Il fenomeno delle violenze e delle minacce agli amministratori locali riguarda ormai tutta l’Italia, ma è un fenomeno criminale che ultimamente ha fatto registrare numerosi episodi anche nell’Isola: 136 atti intimidatori tra il 2013 e il 2014, il 10,8% del totale degli episodi registrati sul territorio nazionale, quarta regione dopo Sicilia (211 pari al 16,7%), Puglia (163, 12,9%) e Calabria (155, 12,3%) per incidenza del fenomeno. Il dato numerico delle intimidazioni per centomila abitanti modifica però la classifica delle regioni e la Sardegna – con una popolazione di 1.640.379 abitanti – risulta al primo posto con l'8,3% sul totale, seguita da Calabria e Sicilia. Nell’Isola il fenomeno colpisce in particolare le zone interne e le aree svantaggiate, dove i problemi di natura economica e sociali sono aggravati anche da una presenza dello Stato che anno dopo anno si sente sempre meno.
Proprio due deputati sardi Partito democratico, Romina Mura e Francesco Sanna, hanno presentato in modo concordato due progetti di legge, che offrono alla valutazione della Camera dei deputati differenti soluzioni tecnico giuridiche, ma hanno le stesse finalità. Il progetto presentato da Mura, che è anche sindaco di Sadali, estende l'ambito di applicazione dell'articolo 338 del Codice penale (Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario), introducendo l’articolo 338-bis che prevede il reato di violenza e minaccia contro gli amministratori locali, e lo punisce con la reclusione da tre ad otto anni.
“Si tratta – ha spiegato la coordinatrice dei deputati sardi del Pd – di un’estensione della fattispecie penale già regolata dal Codice, che prevede la violenza o la minaccia costituire un elemento essenziale della fattispecie in quanto si tratta di strumenti idonei a coartare la volontà del soggetto pubblico in grado di conferire il necessario quid di disvalore all'ipotesi delittuosa. Mentre l’articolo 383 si caratterizza per l'impersonalità dell'organo pubblico cui la condotta violenta si rivolge, nel nuovo articolo la condotta è rivolta contro i singoli amministratori locali e i loro familiari”.
Invece, il progetto di Sanna riprende le indicazioni della Commissione di indagine del Senato sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali, colmando quattro precisi vuoti normativi: "Il primo intervento – ha detto il deputato, membro della Commissione Affari costituzionali – è sull'articolo 338 del Codice penale e precisa che l'offesa al corpo amministrativo si concretizza anche quando colpisce uno solo dei suoi componenti; si introduce poi con l'articolo 339 bis l'aggravante speciale e ad effetto speciale (da un terzo alla metà della pena prevista) per i delitti di ritorsione contro gli amministratori. Il terzo intervento è la previsione dell'arresto per chi è colto in flagrante a commettere il delitto di violenza. Da ultimo si modifica la norma del Testo Unico per le elezioni locali, all'articolo 87, per punire chi rivolge la minaccia o la violenza contro i candidati in una elezione".
“Le intimidazioni – hanno denunciato Mura e Sanna – trovano terreno fertile nelle controversie legate all'urbanistica, agli usi civici e alla gestione dei rifiuti ma anche nell'abusivismo edilizio, nel fotovoltaico e nelle energie rinnovabili in genere. Nella maggior parte, i fatti si verificano in piccoli comuni, spesso sotto i 5.000 abitanti. Non è un caso se Sardegna e Calabria sono le regioni con la più alta concentrazione di piccoli e piccolissimi centri, meno di mille abitanti. Quanto sta accadendo non può essere sottovalutato e chi interpreta gli interessi delle comunità locali non può essere lasciato solo. Perciò, è urgente che la Camera esamini le due proposte di legge ed il Governo affianchi questa iniziativa parlamentare con il suo parere favorevole". (red)
(admaioramedia.it)
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