Mario Bruno, sindaco in scadenza di Alghero, è stato uno dei primi sindaci sardi a volersi opporre al Decreto Salvini sulla sicurezza, che riguarda anche gli immigrati clandestini. Probabilmente il Primo cittadino, dopo una legislatura fallimentare, portata avanti con una lunga serie di dimissioni e abbandoni dei suoi compagni di consiliatura, voleva trovare il modo per avere i riflettori su di sé, dando in realtà un pessimo esempio ai suoi concittadini: quella di un sindaco che non rispetta le leggi dello Stato.
Il sindaco Bruno, da bravo cattolico focolarino, movimento molto legato ad ambienti del Partito democratico, e che ha come obiettivo l’unità fra i popoli e la fraternità universale (termini tanto cari sia a certa filantropia sia alla chiesa impegnata molto nel sociale e poco nelle sagrestie di Papa Francesco), ha ovviamente a cuore la disubbidienza legislativa, che genera introiti e posti di lavoro, e quindi voti, legati al business dell’immigrazione.
Chissà perché il cattolico Bruno non ha mostrato altrettanta coerenza nell’opporsi alla legge sulle unioni civili. Legge inutile di cui hanno usufruito poche migliaia di omosessuali e lesbiche in Italia, che rappresenta lo strumento per legalizzare l’utero in affitto e quell’aberrazione legislativa che porta a riconoscere come figli di due padri o di due madri, i bambini privati del vero padre e della vera madre.
Per il Sindaco algherese sono attualissimi gli insegnamenti del Papa: “Meglio non andare in chiesa, vivere come ateo. Se tu vai in chiesa vivi come figlio, come fratello. Non dare una contro testimonianza, ma una testimonianza”. Che testimonianza può dare un sindaco che si definisce cattolico, nel disobbedire alle leggi dello Stato, quando queste sono fatte per migliorare la sicurezza dei propri cittadini, e invece non interviene per impedire una legge contro i principi della Chiesa, che favorisce violenza su bambini e donne, queste ultime utilizzate come gestanti a pagamento.
Energhia
(admaioramedia.it)