In Sardegna il settore dell’edilizia stenta a ripartire: tra il 2014 e il 2015 le imprese sono calate del 3,2% (-461 unità) e gli addetti del 15,6% (-7mila occupati), mentre è cresciuto il valore aggiunto del comparto tra il 2013 e il 2014: +8,2% per un controvalore di +137milioni di euro. Questo è attualmente il quadro generale del settore delle costruzioni in Sardegna, delineato dai dati del dossier “Trend delle Costruzioni”, realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato imprese.
“Il settore non riparte perché la domanda, del privato e del pubblico, è insufficiente – afferma il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giovanni Meloni – La disponibilità economica di famiglie e attività produttive non consente investimenti, mentre gli enti pubblici non riescono a garantire adeguati bandi d’appalto per sostenere una ripresa concreta, per non parlare delle difficoltà che sta creando il nuovo Codice degli Appalti. A ciò bisogna aggiungere la tassazione, di imprese ed immobili, sempre troppo elevata e la concorrenza sleale del sommerso, data dalle imprese che hanno chiuso e che si sono riproposte in un mondo parallelo, sempre più incontrollabile”.
Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda inoltre come il settore si regga ancora in piedi grazie ai “Bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico” ed al “Piano casa”, ma per andare avanti e poter vedere una ripresa del mercato edile, la sola incentivazione del privato non basta più: serve la domanda pubblica. “Che nessuno tocchi il Piano casa, almeno finché non verrà approvata la Legge Urbanistica, che dovrebbe stabilizzare interventi di questo tipo, ed il testo unico dell’edilizia”, sostiene ancora il presidente Meloni.
“I dati reali sulla crisi dell’edilizia riportano alla realtà Pigliaru e la sua Giunta, sconfessando ogni favola su ripresa economica e crescita dell’occupazione – commenta Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – Sono le conseguenze di una visione dogmatica delle politiche sull’edilizia nell’isola, che hanno portato alla cancellazione del Piano casa, che aveva dato un minimo di ossigeno all’intero settore, cardine per lo sviluppo della nostra terra”. Nella nostra regione infatti, sottolinea Confartigianato, le imprese delle costruzioni rappresentano circa il 37% del totale delle attività produttive artigiane.
“Politiche mirate alla riqualificazione urbanistica dei piccoli paesi e dei centri storici delle città più grandi garantirebbero appalti alle imprese, lavoro agli operai e ai tecnici e contribuirebbero a bloccare il continuo spopolamento dei piccoli centri dell’interno e di tutta la Sardegna – spiega Truzzu – Bioediliza ed efficientamento energetico sono i campi su cui puntare per far rinascere l’edilizia, senza nuovo consumo di suolo e nuove colate di cemento. La Giunta Pigliaru si liberi finalmente della visione ideologica ereditata da vecchi padrini politici, dimostratasi fallimentare se non addirittura complice delle peggiori speculazioni, ma piuttosto lavorino da subito ad una buona Legge Urbanistica con il contributo attivo dei rappresentanti degli operatori del settore”. Richiesta di cooperazione fatta anche dallo stesso Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna.
Arianna Zedda
(admaioramedia.it)
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