“Dieci i settori d’impegno sui quali intervenire per rilanciare sviluppo ed economia in Sardegna: politiche del lavoro, specialità e autonomia, politiche sociali e sanitarie, scuola e formazione, riequilibrio territoriale, impresa, infrastrutture materiali e immateriali, trasporti e diritto alla mobilità, sviluppo di settore, Sardegna ed Europa”. Questo l’obiettivo indicato dal segretario generale Cisl, Gavino Carta.
“La Regione sarda deve fare la sua parte – ha detto Carta – cessando di essere centralizzatrice anche più dello Stato”. Secondo il Sindacato, le principali urgenze, in questo momento, sono le politiche del lavoro, la coesione sociale e la semplificazione della burocrazia, promuovendo riforme di terza generazione per puntare sulla qualità del lavoro, sulla formazione e sull’apprendimento continuo, incentivando il lavoro stabile e promuovendo l’accesso all’occupazione per le categorie sociali svantaggiate, e tutelando quanti hanno perso il posto di lavoro.
“E’ assolutamente indispensabile – ha aggiunto il Segretario generale – che la macchina regionale diventi uno strumento operativo delle politiche di programmazione e sviluppo, non come più spesso accade un orpello e un impedimento alla loro definizione. Una burocrazia che sembra un mostro tentacolare che con la sua inerzia e la sua burocrazia paralizza l’azione politica della stessa Regione e da risorsa si trasforma in vero proprio problema per l’intera comunità regionale”.
Per la Cisl sarda, la sfida che si ha davanti nel paese e in Sardegna è restituire valore al lavoro e quindi fare in modo che la produttività nelle aziende aumenti e possa creare reddito per le imprese e per i lavoratori, mentre attualmente aumentano i lavoratori e decresce il salario: “Occorre investire sulla qualità del lavoro e introdurre, a partire dal manifatturiero, tecnologia ed innovazione di processo per innalzare – ha concluso Carta – i volumi di produzione ed elevare il valore delle produzioni e del salario. Ma dopo aver agito sul modello contrattuale bisogna rapidamente costruire il contesto nel quale calarlo e quindi agire sulle politiche di sviluppo in tutti i settori dell’economia e del lavoro”. (red)
(admaioramedia.it)