La creatività è innata, ma l’umano ha la necessità che sia perennemente coltivata nella comunità, necessita di un atteggiamento di curiosità culturale che va alimentata ogni giorno, questo è il motivo per il quale servirebbe a Cagliari un’Accademia di Belle Arti: abituare il cervello al sano esercizio quotidiano dell’attitudine creativa.
Accademia vorrebbe dire città laboratorio, stimoli ininterrotti da parte di chi si forma e chi è formatore; vorrebbe dire selezione d’artisti naturale sul territorio, d’anteporre ai farlocchi del mercato privato; vorrebbe dire prepararsi a un percorso lungo di formazione che durerà una vita; vorrebbe dire tabula rasa dei dilettanti in cerca del risultato e dell’obiettivo immediato. L’Arte educa alla costante produzione di contenuti, senza contenuti l’artista è condannato all’oblio in vita. Accademia è il luogo dove si accumulano esperienze, necessaria a tutte le civiltà e le culture artistiche dal Quattrocento in poi (tranne che a Cagliari); è il laboratorio di condivisione della cultura utile alla ricerca personale di chiunque, artista o meno. L’Accademia oggi, è l’unico luogo fisico, in ogni parte del mondo, dove si elaborano i contenuti creativi locali del futuro, il comune all’umanità tutta, sul quale fondare ricerche di senso individuali; è il contenuto linguistico dell’arte comune a offrire a un laboratorio d’indirizzo accademico, un valore personalizzato. Accademia di Belle Arti è il luogo comune d’elaborazione del linguaggio, del proprio linguaggio artistico, dove i propri contenuti sono un bene da scambiare con gli altri; la propria estetica diventa il proprio valore morale e la propria essenza.
Arte non è solo comunicare e non è solo informare, è trovare un registro che trasmetta convinzioni profonde, personalità e carattere; elementi che attraggono o respingono diverse anime della comunità, ma che nell’insieme rappresentano la moltitudine della comunità. Arte è semiologia, studio del significato, dei propri segni e della causa-effetto che generano nella propria comunità. L’artista che si forma in un’Accademia, a prescindere dal laboratorio e dalla città, è un dispositivo semiotico mobile, che cattura, orienta, determina, intercetta, modella e controlla; con un artista per amico, smartphone e applicazioni servono a poco o nulla, attraverso il suo sguardo è tutto più interessante da percepire. Una ricerca artistica impostata in un’Accademia non ha una deadline, è elaborazione flessibile priva di scadenze improrogabili che mai sono creativi, è linguaggio che muove il tempo e alimenta la storia. Un’Accademia non accosterebbe mai Tony Cragg a Costantino Nivola (il museo Nivola ospita la mostra “Tony Cragg: endless form”), li farebbe dialogare, ma non farebbe mai passare il messaggio che il lavoro di Cragg sia riconducibile a quello di Nivola.
A proposito, il sogno di Costantino Nivola era proprio quello di un’Accademia di Belle Arti, ma reputava i sardi più interessati ad arrostire un cinghialetto che all’arte. Chissà come reagirebbe sapendo che, nel 2018, nonostante le sue sculture antistanti il palazzo del Consiglio regionale, Cagliari è l’unica città metropolitana del mondo priva d’Accademia di Belle Arti, e cosa direbbe dei cagliaritani…
Domenico Di Caterino
(admaioramedia.it)