Nel commercio al dettaglio si cancellano oltre 2 attività al giorno, infatti nell’ultimo bimestre, la Sardegna ha perso lo 0,38% delle imprese iscritte: il saldo negativo è di 81 unità frutto di 131 cessazioni e 50 iscrizioni.. I dati peggiori sono prevalentemente nelle province di Cagliari e di Sassari, che registrano una percentuale superiore alla media regionale: rispettivamente 0,62% e 0,48%. Per quanto riguarda le città, perdono di più Sassari e Nuoro, con una perdita quasi doppia rispetto a quella regionale: rispettivamente 0,72% e 0,74%.
L’alloggio ed i pubblici esercizi fanno registrare nel bimestre una contrazione dello 0,17% ed in questo caso le province che fanno registrare la perdita più importante sono Cagliari (-0,37%), Sassari e Carbonia-Iglesias; mentre tra i capoluoghi, la perdita maggiore è di Sassari: -0,22%. Per le imprese della ristorazione, il dato delle province di Cagliari (-0,35%), Ogliastra (-0,55%) e Medio Campidano (-0,49%) sono significativi per un settore che apparentemente sarebbe in crescita. Anche i bar perdono su base regionale lo 0,19% con punte dello 0,79% nella provincia di Carbonia-Iglesias e lo 0,58% in provincia di Cagliari. Nelle città capoluogo, Cagliari che da sola registra un saldo negativo in termini assoluti pari a circa la metà (-5) di quello della Sardegna intera (-11). Unico dato positivo quello relativo agli ambulanti, che registrano un saldo positivo di 17 unità (67 iscrizioni e 50 cancellazioni) e solo la provincia di Sassari registra un saldo negativo -0,39% (-6 unità).
“Siamo ben oltre qualsiasi possibilità di ripresa economica per le piccole imprese dell’Isola – ha evidenziato Gian Battista Piana, direttore regionale di Confesercenti – Soprattutto se si considera l’assenza ai vari livelli di qualsiasi tentativo di contrasto al proliferare dell’abusivismo, che come ben sappiamo, assume in Sardegna dimensioni inaccettabili sfuggendo ai più elementari controlli previsti per l’esercizio delle attività economiche.”
“Uno sforzo maggiore da parte di tutti, dal legislatore ai sindaci e agli organi preposti ai controlli sarebbe di grande aiuto – ha aggiunto Roberto Bolognese, vice presidente di Confesercenti – Il fenomeno dell’abusivismo ha dimensioni tali che un’azione concreta ed incisiva su questo fronte darebbe alle imprese regolari più respiro di quanto potrebbe dare qualsiasi altra decisione, manovra o legge. Gli ambulanti regolari sono i più colpiti dalla concorrenza selvaggia degli abusivi. Non da ultimo ricordare che la tassazione feroce che ultimamente i Comuni stanno applicando agli esercenti pur di far cassa, in primo luogo la Tari, sta provocando la mortalità del commercio al dettaglio. È come spremere un limone già spremuto, e le imprese non ce la fanno più.”
Infine, i due dirigenti di Confesercenti hanno dato un consiglio ai politici: “Non scervellatevi a scrivere altre leggi, iniziamo a far applicare quelle che ci sono. Creiamo un efficace sistema di controlli che possa riaffermare principi fondamentali quali quelli della legalità e della leale concorrenza”. (red)
(admaioramedia.it)