“Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare”. È da questa citazione di Samuel Bellamy che nasce il titolo del lungometraggio dedicato alla vita del cantautore Fabrizio De Andrè, nelle sale cinematografiche oggi e domani 24 gennaio, a breve anche sul piccolo schermo.
C’è tanta Sardegna in questa pellicola, per l’artista paradiso e inferno al tempo stesso, rappresentando sia quella libertà tanto ricercata da Fabrizio durante la vita borghese per le viuzze claustrofobiche di Genova, ma anche ’terra mala’ in cui a tale libertà viene strappato dal sequestro. Eppure era un amore indissolubile quello di De Andrè per la Sardegna, che non si dissolse neppure durante le pagine più drammatiche della sua vita. La maggior parte delle scene sono state girate tra Tempio Pausania e i territori di Aggius e Santa Teresa di Gallura e le riprese nell’Isola sono durate circa due settimane. Il diretto coinvolgimento degli attori del territorio, la collaborazione delle Istituzioni coinvolte e la disponibilità delle maestranze locali hanno consentito di realizzare un nuovo progetto Made in Sardegna, che grazie all’amore per l’Isola professato dal cantautore promuoverà con forza la Sardegna nel mondo.
“L’uscita del film biografico su Fabrizio De Andrè ci consente ancora una volta di ricordare la vita e la straordinaria poesia di uno dei più importanti artisti italiani del XX secolo – ha sottolineato sostiene l’assessore regionale del Turismo, Barbara Argiolas – che ha scelto la Sardegna e che dall’isola è stato adottato, tanto da considerarlo ormai un sardo come noi. Quest’omaggio assume particolare valore anche grazie al lavoro della ‘Film commission’ e al contributo di maestranze e attori sardi, coinvolti nella realizzazione della pellicola sui luoghi della vita di De Andrè”.
Il film nasce dunque come testimonianza di questo amore, ma anche come opportunità straordinaria per godere ancora una volta di ‘quella voce di Dio’, come De Andrè era stato rinominato, in una chiave diversa dal solito, volta a far conoscere molti aspetti della sua vita ignoti: l’aspetto umano, quello familiare e soprattutto il suo bisogno di liberarsi da qualsiasi peso che gli impediva di essere sé stesso. Arduo compito, dunque, quello dell’attore Luca Martinelli al pensiero di dover rappresentare l’anima di quello che era, semplicemente, il “principe libero”, indimenticato ed indimenticabile.
Laura Pisano
(admaioramedia.it)