Cragno: zoppicante. Non ha commesso gravi sbavature, facendosi valere nelle uscite. Tuttavia non dà l’idea di saper comandare la sua retroguardia. Può far poco sui gol.
Padoin: deludente. L’ex di turno rischia di inguaiare Cragno con un passaggio sbagliato, poi non chiude bene su Mandzukic che segna l’1-0. Lascia il campo attorno al 20° della ripresa, applaudito dallo Stadium e dai suoi vecchi supporter.
Dal 62° João Pedro: ininfluente. Soprattutto a causa dell’avversario e di come si era messa la gara, vaga per il campo senza cavarne un ragno dal buco.
Andreolli: lento. Nell’azione del secondo gol legge male gli eventi e lascia fatalmente metri a un castigamatti come Dybala. In ritardo anche su Higuaín che ha modo di stoppare e tirare il diagonale del 3-0.
Pisacane: lottatore. Lotta come può, con le armi di cui dispone, per controllare attaccanti di livello internazionale. Più positivo del compagno di linea Andreolli.
Capuano: ordinato. Non sale ad appoggiare l’azione come nella gara di Coppa, ma sarebbe stato assurdo pretendere il contrario. Ciò che fa – stare su Cuadrado e ripartire – lo fa senza pecche evidenti.
Faragò: goloso. Si mangia un altro gol da pochi passi, proprio come aveva fatto contro il Palermo in Tim Cup. Stavolta non riesce a infilare il totem Buffon: presenza abituale in avanti.
Cigarini: picchiatore. Non gli viene dato né il tempo né il modo di costruire alcunché. Deve ripiegare usando mani e tackle, in questo esordio di fuoco.
Dall’82° Dessena: n.g.
Barella: positivo. Nelle rarissime volte in cui la squadra può ideare qualcosa, si fa vedere in progressione e cerca di vedere gli attaccanti. Oggi, il più positivo pur nel grigiore generale.
Ionita: nebuloso. Artur non riesce ad affrancarsi praticamente mai dalle mansioni di copertura, un copione che sembra si stia consolidando per lui.
Cop: fantasma. Il croato è il titolare a sorpresa dopo l’affare Borriello: non riesce – o non può – ripagare la fiducia, anche se si guadagna il rigore poi sbagliato da Farias.
Dall’81° Sau: n.g.
Farias: fumoso. Il brasiliano indossa la fascia dal primo minuto, una novità. Intraprendente, ma si incarta sul rigore nel momento che potrebbe rivelarsi decisivo per il Cagliari.
Rastelli: elastico. Il tecnico si adatta in corsa agli ultimi sviluppi che lo privano della prima punta titolare (Borriello). Opta per un 4-4-2 praticamente mai visto con esterni di difesa e centrocampo adattati: poteva andargli peggio. Tuttavia ci sono delle chiare lacune in fase di impostazione, gli schemi offensivi sono stati assenti.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)