Domenica 16 maggio 1982. Lo scudetto si decide all’ultima giornata, con un finale thrilling per Fiorentina e Juventus: viola contro il Cagliari in cerca della salvezza, bianconeri a casa di un Catanzaro privo di stimoli. Ciò che accadde quel giorno, a distanza di 34 anni, costituisce una ferita ancora aperta che sancì l’inizio dell’astio tra fiorentini e juventini. Una battaglia a distanza in cui il Cagliari fu spettatore interessato. Riviviamo quel pomeriggio con il racconto della partita, anche grazie ai protagonisti dell’epoca: Piras, Lamagni, Bellini, Corti, Ravot e “Picchio” De Sisti, che sedeva sulla panchina viola.
Intreccio da brivido. Come ricorda Gigi Piras, capitano rossoblu quel giorno, “il caso volle che in quell’ultima giornata si dovessero giocare a Cagliari sia la nostra salvezza che il loro scudetto. A noi bastava un pari, con quel punticino saremmo rimasti in Serie A: ma la Fiorentina doveva vincere per assicurarsi almeno lo spareggio con la Juventus impegnata a Catanzaro, con un orecchio alla radio”. “Non fu una bella partita dal punto di vista del gioco”, dice Giuseppe Bellini, che sostituì Quagliozzi all’inizio della ripresa. “Troppo importante non sbagliare”. “I nostri avversari avevano tanti campioni in campo, fu partita vera perché c’era tanto in ballo”, continua Piras. Il portiere del Cagliari era Roberto Corti, che racconta: “Fu una grande partita di contenimento da parte nostra, dopo una vigilia talmente carica di tensione che quasi non ci permise di parlare con l’allenatore Carosi. Rimasi sorpreso da come la partita venne impostata dalla Fiorentina, che sembrava puntasse allo 0-0”.
Il gol della discordia. Al quattordicesimo minuto della ripresa, quando nel frattempo a Catanzaro il risultato era ancora a reti bianche, avviene l’episodio chiave di questa storia. Lo rivive Oreste Lamagni, quel giorno in campo con la casacca cagliaritana numero 2: “Ho ancora negli occhi l’azione del gol annullato ai nostri avversari: sulla palla crossata da Antognoni, tentai di saltare ma fui abbassato da un avversario (Bertoni, ndr) che disturbò l’uscita del nostro numero 1 Corti. Graziani segnò, ma sentii chiaramente dall’arbitro Mattei di Macerata che c’era stato fallo sul portiere. Normale siano volate parole forti, per la posta altissima”. Bellini va fuori dal coro, perché secondo lui “il Cagliari fu fortunato, perché secondo me il fallo di Bertoni su Corti non c’era: una sensazione che ho avuto rivedendo più volte quell’episodio. Quella decisione arbitrale l’abbiamo accettata di buon grado, sarei ipocrita a dire il contrario visto che ci regalò la permanenza in A”. Daniel Bertoni, intervistato nel dopo partita dal compianto Marcello Giannini, proclamò al microfono la sua innocenza: “L’arbitro dice che ho fatto fallo: io invece non ne ho commesso. Sono andato a saltare con il difensore che mi veniva appresso, poi quando il portiere è uscito ha sbattuto con il proprio compagno. Nessun fallo da parte mia”.
Fine dei giochi. La Juventus vinse a Catanzaro ad un quarto d’ora dalla fine grazie al rigore (giusto) di Brady, spezzando il sogno viola di rivincere il tricolore nuovamente dopo 13 anni. Corti sostiene che “la Fiorentina seppe del gol di Brady a Catanzaro e solo allora cominciò il forcing. Ma era ormai troppo tardi”. Al Sant’Elia si vissero al triplice fischio emozioni diverse e contrapposte. Piras ricorda bene che dovette “separare Azzali e Bertoni che stavano per venire alle mani, l’argentino era inferocito per come finì per loro quell’ultima giornata. Per noi fu una liberazione”. Proprio come testimonia anche Corti: “Festeggiammo per un’ora negli spogliatoi dopo la partita, ci togliemmo il peso della tensione”. Pure Antonio Ravot, attaccante del Cagliari (contribuì alla salvezza con una rete al 90° contro il Genoa alla 27esima giornata, ndr) che quel giorno rimase in panchina, racconta che “le radioline erano ovunque, per sincerarsi dei risultati sugli altri campi. Vidi piangere molti calciatori, chi per gioire della salvezza e chi invece si disperava per aver perduto lo scudetto: una domenica che non dimenticherò mai”. Scene che rammenta fermamente anche Lamagni: “Quel giorno vidi diversi ragazzi in lacrime a fine partita, sia miei compagni che giocatori della Fiorentina. Mi è capitato di rivedere quest’estate De Sisti, all’epoca allenatore viola: abbiamo parlato anche di quella giornata, per loro fu un colpo molto duro”.
Moviola rivelatrice. La famosa moviola di Carlo Sassi, nella sera di quel 16 maggio 1982, sezionò l’azione nei particolari e smentì il giocatore argentino della Fiorentina: si vide chiaramente il braccio largo di Bertoni che aveva colpito quello di Corti proteso in uscita per colpire il pallone. Questo è sempre stato considerato l’ “episodio” per antonomasia che decise quel campionato. Ma in pochi forse ricordano che anche a Catanzaro, quando la Juventus e i calabresi erano ancora sullo 0-0, l’arbitro Claudio Pieri di Genova sorvolò colpevolmente su un chiaro fallo su Borghi compiuto da Brio, che in area atterrò l’attaccante giallorosso allargando vistosamente un braccio. Certo, con i se e con i ma non si è mai scritto nulla, però quel giorno al Catanzaro venne negato un rigore che avrebbe potuto cambiare la storia della Serie A 1981-82.
L’amarezza di “Picchio”. Giancarlo “Picchio” De Sisti all’epoca era l’allenatore della Fiorentina. Quella domenica di maggio la rivive con amarezza, evidentemente non lenita dal tempo: “Ogni qualvolta si riparla di quella partita, si riapre una ferita mai rimarginata del tutto. Ovviamente in tutto questo il Cagliari non c’entra nulla, spettatore interessato perché in cerca del punto decisivo per salvarsi. Non credo che i tifosi della Fiorentina abbiano mai completamente digerito la sensazione di essere stati in qualche modo defraudati. Rammento ancora uno slogan di moda a Firenze dopo quegli episodi: ‘Meglio secondi che ladri’. Insomma, una polemica mai sopita ancora oggi”.
Cagliari-Fiorentina 0-0
Cagliari: Corti, Lamagni, Azzali (88° Logozzo), Restelli, De Simone, Loi, Osellame, Quagliozzi (46° Bellini), Selvaggi, Marchetti, Piras. (In panchina: Goletti, Longobucco, Ravot). Allenatore: Paolo Carosi.
Fiorentina: Galli, Contratto, A. Ferroni, Casagrande (78° Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni (78° Monelli), Miani, Graziani, Antognoni, Massaro. (In panchina: Paradisi, Cuccureddu, Orlandini). Allenatore: Giancarlo De Sisti.
Arbitro: Mattei (Macerata).
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)
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