Storia di un talento purissimo letteralmente bruciato: l’ex stella del Cagliari fine anni ’90 Fabian O’Neill ha rilasciato un’intervista al periodico spagnolo El País, che ieri l’ha pubblicata anche sulla sua sezione web sudamericana Ovación Digital. Ad appena 43 anni O’Neill ha dilapidato tutto il patrimonio (ingente) guadagnato in carriera e oggi sbarca il lunario dando una mano in un bar di Montevideo.
Talento ribelle. Uruguaiano di lontane origini irlandesi, O’Neill si mise in mostra per le sue doti tecniche con la maglia del Nacional Montevideo, vincendo il campionato uruguayano 1992 ed entrando nel giro della Nazionale. Un centrocampista offensivo talentuoso, che arrivò a Cagliari nel 1996 proprio come avevano fatto diversi suoi connazionali in quegli anni. Giocava spesso con i calzettoni abbassati, puntava le difese con passo felpato e creava per i compagni con il suo destro morbido: in condizioni fisiche ottimali, uno dei migliori giocatori della Serie A. Infatti venne acquistato nientemeno dalla Juventus nel 2000, a peso d’oro, dove ebbe la possibilità di giocare con il Pallone d’Oro Zinedine Zidane. “Zizou” lo descrisse come il più forte compagno di squadra mai avuto. Ma a Torino fu un flop, sia a livello tecnico che della tenuta atletica, e fu l’anticamera del ritiro.
Ricco e povero. Nell’intervista, O’Neill dichiara di aver sperperato tutti i suoi guadagni (14 milioni di euro) in alcol, donne e scommesse. La sua vita sregolata gli ha di fatto rovinato la carriera, conclusa ad appena 29 anni. Oggi l’ex fantasista sbarca il lunario dando una mano nel bar “La Nueva Lata” in Avenida Millán y Clemenceau, a Montevideo. Il locale è gestito dalla figlia di un suo concittadino di Paso de Los Toros. La gente lo riconosce, ma Fabian è sereno perché non sente più di dover nascondere nulla: tantomeno alla moglie Andrea, che nonostante tutto gli è ancora accanto e gli ha donato il figlio Favio, ora 14enne promessa del Nacional proprio come lo era stato il padre (‘Desidero solo che studi tanto e diventi un uomo forte. E che dica sempre che è mio figlio: così lo salvano o lo uccidono‘). O’Neill ha avuto due figlie dal primo matrimonio, ed è felice che si frequentino con Favio. Ammette che non gli piace lavorare, ringrazia l’ex procuratore Paco Casal per avergli fatto guadagnare tanti soldi ma sa che le colpe sono solo sue: “neppure uno psicologo avrebbe potuto aiutarmi” e che preferisce la vita di oggi alla ricchezza del passato: “prima ero ricco, circondato dagli amici e da tante donne che mi ronzavano intorno: meglio avere 10-12 amici come oggi, con cui ci si aiuta realmente e senza secondi fini. Conoscono la mia storia e mi apprezzano per ciò che sono“.
Cagliari. “Quando scendemmo in B fu molto triste. La tifoseria non ci perdonò e ci distrussero tutte le auto. Ci sarebbero serviti pochi punti per salvarci, ma nella parte finale del campionato ci toccarono Milan, Inter e Juventus: un’impresa impossibile. Quando andavo in spiaggia sul litorale cagliaritano i tifosi mi urlavano ‘ubriacone’: l’anno dopo quegli stessi tifosi mi offrirono da bere. Il calcio è così“.
L’ombra di un campione. Nel 2013 ha pubblicato la sua autobiografia “Hasta la última gota” (Fino all’ultima goccia), che è diventato nel suo Paese il libro più venduto dell’anno ed è già stato ristampato più volte. O’Neill rilasciò a La Repubblica un’intervista nell’aprile 2014: “Iniziai a bere a 9 anni, da allora non ho più smesso. Prima di giocare l’allenatore delle giovanili mi buttava sotto la doccia gelata, e gli facevo vincere le partite. Anche a Cagliari, era un’abitudine: mi rifugiavo nei piccoli bar di Quartu Sant’Elena ed i vecchietti mi offrivano da bere. Una volta, completamente ubriaco, investii una coppia in moto con la macchina che mi aveva prestato Cellino. Il Presidente mi voleva bene. Truccammo qualche partita… sicuramente un pareggio con il Chievo nel 1997-98 e una gara con il Perugia, su cui scommettemmo pure…“.
Fabian O’Neill da Paso de Los Toros oggi ha 43 anni, ha un sorriso vuoto, l’aspetto gonfio e bolso che fa a pugni con il campione ammirato vent’anni fa sull’erba del Sant’Elia. Che peccato, “Mago“. Buona fortuna per il futuro.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)