Il Cagliari, alla ricerca di un buon risultato contro l’Inter per dare continuità all’ultimo periodo, aveva iniziato molto bene il match. Spendendo forse troppe energie nel primo tempo, ha poi perduto lucidità e lasciato lo spazio che bastava ai solisti nerazzurri per colpire. Buono l’atteggiamento così come il comportamento di alcuni interpreti. Altri aspetti sono invece da rivedere, in una serata in cui la luce per i rossoblu si è accesa solo ad intermittenza.
Lavagna tattica. López ha riproposto la stessa identica formazione schierata a Udine. Rafael ha conservato il posto tra i pali, Romagna-Ceppitelli-Andreolli a comporre la retroguardia con quest’ultimo dato in probabile ballottaggio con altri compagni. Esterni in mediana Faragò per garantire spinta sulla destra e Padoin sul lato opposto per tamponare le avanzate dell’azzurro Candreva. Cigarini in cabina di regia affiancato come sempre da Barella e Ionita per aggredire la coppia centrale interista Gagliardini-Vecino. João Pedro libero di inventare sulla trequarti mancina a supporto dell’ariete Pavoletti, impegnato a sportellate contro Skriniar e Miranda.
Atteggiamento. Il Cagliari ha messo in campo grande aggressività nella prima mezz’ora, costringendo gli uomini di Spalletti ad arretrare nella propria metà campo con personalità al limite della ferocia agonistica in alcuni momenti: un piglio niente male, per una squadra che vuole vendere cara la pelle nel proprio stadio contro una delle big del campionato. Handanovic è stato bravo a dire no in un paio di occasioni a Pavoletti, per un vantaggio rossoblu che non si è concretizzato. La doccia fredda del gol di Icardi ha gradualmente sgonfiato il Cagliari, tanto dal lato fisico quanto da quello caratteriale. Un’altra mazzata con il raddoppio di Brozovic, sconforto pressoché completo. Solo un episodio come la rete di Pavoletti avrebbe potuto ritirare su gli animi, addirittura il Cagliari si è trovato nella posizione di agguantare il pari con Farias: il brasiliano conferma l’annata infelice con un altro errore in zona gol. Ecco puntuale la condanna dello scatenato Icardi, davvero letale finora. Partita chiusa e tutti a casa. I sardi non ne avevano più già da metà ripresa.
Singoli. Rafael non ha vissuto una delle partite migliori a Cagliari, è parso un pochino indeciso negli interventi. Pulito Romagna, tutto sommato efficace Ceppitelli. Nota dolente? Andreolli: l’ex di turno ha dimostrato una volta di più che nella lettura delle situazioni difensive si fa trovare spesso impreparato. Da quella parte si è trovato comodo comodo un normalissimo Candreva… Pisacane non avrà il suo fisico statuario, ma senza dubbio più corsa e velocità nei recuperi. In mediana Faragò ha avuto più difficoltà ad inserirsi, nonostante il cross vincente per il gol. Stesso filone anche per Ionita, a cui venivano richiesti corsa e fisicità: aspetti non visti, francamente. L’unico che ha sempre cercato di far salire la squadra con personalità è stato – neanche a dirlo – Barella, spesso però trovatosi senza compagni da servire. Non male l’approccio alla partita di Cigarini. João Pedro non è riuscito a legare seconda e prima linea, fornendo una prova incolore anche partendo largo a sinistra per accentrarsi. Dal canto suo, Pavoletti ha fatto ciò che poteva mulinando gomiti e spalle. Il gol, dopo un paio di tentativi nel primo tempo, è stato meritato. Però non ha ricevuto adeguati suggerimenti dai compagni.
Cosa ha funzionato. Il ventenne Romagna ha confermato di sapere sempre cosa fare con il pallone tra i piedi, giocando a testa alta e non disdegnando le avanzate. Sulla stessa falsa riga di Barella: il gioiellino del Cagliari è sembrato quasi un predicatore nel deserto, viaggiando spesso a una velocità (di corsa e pensiero) superiore a quella dei compagni. L’asse Barella-Faragò-Pavoletti è sempre validissimo, ma bisogna anche pensare a qualcosa di diverso.
Cosa non ha funzionato. Il Cagliari ha fatto un pesante ricorso alla lunga gittata, per la serie: “Lanciate per Pavoletti, speriamo che succeda qualcosa“. Troppo poco, così come l’utilizzo della famosa catena “Barella imbecca Faragò, cross al centro per Pavoletti”. La squadra appare slegata in fase di costruzione. Il ruolo di João Pedro – a cui il tecnico evidentemente non vuole rinunciare – da seconda punta vagabonda non ha finora dato effetti tangibili. Preoccupa l’ormai cronica allergia al gol da parte di Farias, buttato nella mischia nell’ultima parte del match. Il talento di Sorocaba sembra sempre più lontano dall’etichetta di spaccapartite.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)