Un altro anno è andato in archivio per il Cagliari e la sua storia calcistica, verso il traguardo del centenario sempre più vicino. Un 2018 intriso di storie e protagonisti che hanno infiammato la piazza rossoblu.
Una panchina, due volti. La prima metà del 2018 ha visto il Cagliari diretto dall’uruguaiano Diego López, ex capitano e icona riconosciuta del club. Saltato in corsa sul treno dopo le prime 8 partite del 2017-18 targate Rastelli, il tecnico sudamericano ha ostentato all’inizio la consueta grinta che lo ha sempre contraddistinto. In realtà la stagione si è rivelata complicata per vari motivi, con lo spavento finale delle ultime partite in cui i sardi hanno davvero rischiato grosso. Il sussulto d’orgoglio e la salvezza portata a casa hanno rimesso in piedi la situazione, giusto in tempo. Le strade di López e del Cagliari si sono divise a fine stagione, con il tecnico poi volato a mietere successi in patria con il fido secondo Michele Fini. La scelta per il suo sostituto, dopo i sondaggi con altri tecnici, ha visto l’arrivo in Sardegna di Rolando Maran. Reduce dalla lunga esperienza al Chievo e specializzato in salvezze con rose di età media abbastanza alta, Maran ha firmato un biennale con piglio battagliero: “Emozionato ed orgoglioso di essere a Cagliari. Vorrei trasmettere alla squadra un atteggiamento mai arrendevole. Ho impiegato davvero poco per dire di sì alla società“.
La spinta di Carli. Nel finale difficile della scorsa stagione, quando forse nessuno avrebbe fatto la stessa scelta, Marcello Carli si è insediato come nuovo direttore sportivo dopo il divorzio da Rossi. Il suo apporto è stato importante per conquistare la lucidità necessaria alla salvezza, prima di concentrarsi alla costruzione del nuovo Cagliari targato Maran. Al tecnico il ds ha portato il pupillo Lucas Castro, centrocampista argentino di qualità. Il colpo Srna, inizialmente criticato per la carta d’identità del giocatore, è stato in linea con la “politica Giulini” di ingaggiare elementi dal curriculum pesante per puntellare la rosa. Da sottolineare l’arrivo del vice campione del mondo Filip Bradaric quale nuovo regista e il ritorno del possente attaccante Alberto Cerri: tutte acquisizioni per cui il club ha investito parecchio. In Sardegna è arrivato anche un altro profilo internazionale, il nazionale estone Ragnar Klavan dal Liverpool.
Gerarchie/1. La rosa del Cagliari 2018-19 è stata quindi concepita come un cocktail di esperienza e linea verde, mescolando all’ossatura già esistente rinforzi di spessore, almeno sulla carta. Confermatissimo Cragno tra i pali, autore di una crescita notevole, affiancato dall’affidabile Rafael, il sardo Aresti – di ritorno dopo tanti anni altrove – e il giovane Daga. Nel 4-3-1-2 di Maran, Srna è diventato il nuovo esterno destro. Sull’altra corsia sfida a due tra il greco Lykogiannis e il croato Pajac, di ritorno da una buona parentesi a Perugia. Ceppitelli-Klavan coppia centrale, con il giovane Romagna e il grintoso Pisacane pronti all’occorrenza. In mediana il citato Bradaric ha scalzato Cigarini in cabina di regia, con il nuovo acquisto Castro e il gioiello Barella ai suoi lati. João Pedro, scongiurata la mazzata per il caso doping, si è ripreso il posto di trequartista. Il bomber Pavoletti – con Cerri alle spalle – punto di riferimento offensivo, Sau e Farias a giocarsi il ruolo di suo partner là davanti. Più indietro nelle gerarchie il dinamico Ionita, la bandiera Dessena, i duttili Padoin e Faragò, il centrale difensivo Andreolli.
Gerarchie/2. Il girone d’andata, appena terminato, e gli eventi hanno modificato le gerarchie iniziali. Cragno assolutamente intoccabile, addirittura ai primi posti delle classifiche di rendimento della Serie A. Srna ha iniziato in grande spolvero, meritandosi a detta di molti lo status di capitano per il suo indubbio apporto caratteriale e carismatico. Il campione di Metkovic ha rallentato poi nettamente la sua corsa, anche a causa di infortuni e squalifiche. Dentro Faragò, assistman principe di Pavoletti nel 2017-18. A sinistra Lykogiannis non ha convinto e si è rivelato frequentatore assiduo dell’infermeria: bocciato Pajac da Maran (che nel tempo gli ha preferito anche Pisacane e lo stesso Faragò), ecco il tuttofare Padoin nell’undici titolare. Pronti, via e Ceppitelli si fa male alla prima di campionato, fuori due mesi. Romagna ne ha preso il posto con un rendimento a fasi alterne. Poi anche Klavan ha alzato bandiera bianca per persistenti problemi al tendine d’Achille, spazio a Pisacane. Quest’ultimo, partito dalle retrovie a inizio stagione, si è guadagnato ancora una volta l’etichetta di protagonista con dedizione e rendimento. Bradaric in regia ha impiegato un pochino per adattarsi, con qualche battuta d’arresto ma tiene botta. Esploso Barella, Maran ha avanzato Castro sulla trequarti ed inserito Ionita mezzala, mettendo João Pedro seconda punta accanto a Pavoletti: Sau e Farias non hanno infatti risposto adeguatamente, un tentativo per aumentare la pericolosità. Tutto ok, grazie all’esplosione di Castro. Un nuovo protagonista messo fuori causa da un grave infortunio al ginocchio, brutto colpo per il Cagliari. Infine, Sau (1) e Farias (2) hanno finalmente ritrovato la via del gol. Cerri, pur non demeritando particolarmente, è l’unico a non avere ancora segnato se non in Coppa Italia. Il poderoso attaccante ex Perugia ha aumentato ultimamente il minutaggio per i guai fisici di Pavoletti.
Nicolò e Cagliari in azzurro. Nicolò Barella si è ormai stabilizzato su livelli di rendimento eccellenti. Il gioiellino cagliaritano si è preso la ribalta a furia di prestazioni notevoli per dinamismo, qualità, personalità e faccia tosta. L’esordio nella Nazionale maggiore di Mancini, così come l’ingresso in pianta stabile nel giro azzurro – da titolare, va sottolineato – contribuiscono a un prossimo addio ai colori rossoblu: impossibile pensare di mantenere un talento così nell’Isola. Mentre media e voci di mercato si sprecano per lui, sono arrivate pure le convocazioni di Alessio Cragno e Leonardo Pavoletti. Per il portiere c’è ora il ruolo di terza scelta dietro Donnarumma e Sirigu, mentre il bomber non è riuscito ad esordire per guai muscolari che da allora lo tormentano.
Alti e bassi. Il rendimento della squadra in campionato è stato ricco di alti e bassi. Esordio con sconfitta a Empoli, la prima vittoria corsara a Bergamo. Contro le grandi sono arrivate prove incoraggianti, culminate in alcuni casi con la raccolta di punti preziosi. Tanti pareggi hanno pregiudicato al Cagliari la possibilità di una classifica migliore e maggiore tranquillità. I punti persi per strada, con la striscia di quattro pareggi di fila a cavallo tra novembre e dicembre, oltre alla brutta figura in casa della Lazio prima di Natale, hanno complicato le cose. Che, va detto, sarebbero state peggiori se il livello delle avversarie nella zona calda fosse stato più alto. C’è da dire inoltre che il gruppo di Maran per ampi tratti del girone d’andata ha sciorinato compattezza e spirito di sacrificio notevoli, assolutamente da recuperare nel 2019. Al giro di boa, sono 20 i punti conquistati a +7 dal Bologna terzultimo. Con il mercato di gennaio ormai incombente, sarà necessario tirare fuori qualcosa in più. Soprattutto in attacco, dove in assenza di Pavoletti sembrano complicarsi maledettamente le cose.
Previsioni. Ritornando subito alla finestra di mercato appena citata, il ds Carli dovrà risolvere alcuni problemi al suo allenatore. Innanzitutto il buco lasciato da Castro, in un ruolo molto importante e che richiede qualità. Il nome più gettonato è quello del clivense Birsa. Un grande punto interrogativo è rappresentato inoltre dalla fascia sinistra difensiva. Lykogiannis e Pajac non sembrano completamente all’altezza, salvo miglioramenti. Padoin non può tirare più la carretta come prima, pur nella sua encomiabile disponibilità. Così come Pisacane e Faragò non sono a loro agio in quella posizione. Azzardando un altro innesto, potrebbe essere rinforzata la mediana con un elemento duttile. In attesa di sviluppi, confidando nel lavoro di professionisti seri e preparati quali Carli e Maran, il Cagliari deve puntare ad alzare l’asticella nel girone di ritorno.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)