Un ragazzino trova una siringa spara aghi (di quelle usate per misurare la glicemia) nelle strade del quartiere Marina a Cagliari, la raccoglie e decide di usarla a scuola dove inizia a pungere prima i compagni di classe, poi altri che gli capitano a tiro. Quasi una ventina circa, alla fine, gli alunni coinvolti.
Il gravissimo episodio, accaduto nella scuola media Manno, nello scorso mese di maggio, non si è chiuso con la fine dell’anno scolastico ma sta avendo e continuerà ad avere strascichi pesanti, con i piccoli studenti che dalla scorsa estate e per diversi mesi ancora, dovranno essere sottoposti a controlli ed esami clinici periodici. A far emergere la notizia la preoccupazione dei genitori legata proprio ai controlli da effettuare nel reparto infettivi di uno degli ospedali cagliaritani.
“Per fortuna sino ad ora va tutto bene – raccontano – ma il problema è che non saremo tranquilli sino a quando non si concluderanno gli esami clinici che, come da prassi, erano inizialmente da ripetere dopo tre mesi e poi dopo altri sei, quindi arriveremo agli inizi del 2018. Incredibile quanto accaduto a maggio. Ci siamo ritrovati tutti in ospedale dopo che la scuola ci aveva detto di portare subito i bambini perché un compagno di classe, tra l’altro a scuola con dodicenni nonostante fosse molto più grande, aveva pensato bene di pungere tutti con una siringa”. Qualcuno ha già trasferito i figli in altre scuole, qualcuno parla di bullismo, altri di “gioco” del quale non è stata percepita la gravità, ma si concorda sul fatto che quel ragazzo fosse un problema serio per insegnanti e compagni e il fatto che da settembre non sia più tra i banchi, forse espulso per questo episodio, è considerato un fatto positivo.
Nessuno si era accorto di quanto fosse accaduto in classe sino a quando, proprio nel corso di una lezione sul bullismo, una bambina si è fatta forza e ha raccontato che la storia, raccontata come esempio dall’operatrice, era la stessa capitata anche a lei. Ma non solo a lei. Perché, rotto il silenzio, anche gli altri avevano ammesso che erano stati bucati dall’ago di quella strana siringa, usata da quel loro compagno di classe, non nuovo ad azioni fuori dalle righe.
La dirigente scolastica della Manno, interpellata telefonicamente a scuola, ha negato l’episodio, anche con toni poco ‘simpatici’, trincerandosi dietro la differenza tra profilassi e controlli, ma le carte confermano l’incidente: “Riferita puntura con ago di provenienza ignota – recita il referto medico – è già stato contattato dalla scuola il Servizio di Igiene pubblica che ha rimandato l’assistenza al pediatra di famiglia. Contattata la Direzione sanitaria di presidio e il Servizio di Igiene pubblica della Azienda sanitaria già al corrente della problematica. Su precisa indicazione del responsabile del servizio, si rimanda al pediatra di famiglia per programmare esami sierologici (HIV, Markers, Epatite B-C) al tempo zero, dopo 3 mesi e dopo 6 mesi. Si rilascia comunque impegnativa per consulenza infettivologica urgente. Si redige comunicazione all’Autorità giudiziaria”. Resoconto che smentisce la dirigente scolastica e giustifica le preoccupazioni dei genitori per quanto accaduto ai loro figli e per le tragiche conseguenze che poteva avere.
Gianluca Zorcolo
(admaioramedia.it)
8 Comments
Anna Rossi Cappai
😡
Silvia Puddu
Complimenti alla dirigente scolastica ….😡
Gianna Lampis
Scusa ma la dirigente scolastica cosa c’entra? Non può essere ogni presente.
Silvia Puddu
Io ho letto bene l’articolo. Ecco il perché del mio commento “La dirigente scolastica della Manno, interpellata telefonicamente a scuola, ha negato l’episodio, anche con toni poco ‘simpatici’, trincerandosi dietro la differenza tra profilassi e controlli, ma le carte confermano l’incidente. ‘
Andrea Mulas Pertini
sempre più intelligenti i ragazzini di oggi 😀
Corrado Pes
Ci vorrebbe una pistola spara schiaffi
Erika Cabras
Alex Cabras
Alex Cabras
Non ho più parole