Una conferenza al Liceo Alberti di Cagliari (“Natale di Roma: 21 Aprile 753 a.C.”), con relatore Raimondo Zucca, professore di storia romana dell’Università di Sassari, ha destato la reazione dell’Associazione partigiani di Cagliari: “Esprimo sconcerto e indignazione per un’iniziativa discutibile – ha scritto il presidente provinciale Marco Sini – Si tratta, in termini inequivocabili, di una ricorrenza che fu dichiarata festa nazionale durante il regime fascista e che fu giustamente abolita subito dopo la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Proporre questo tema ha il sapore della provocazione. Piena solidarietà nei confronti dei docenti che hanno manifestato il proprio dissenso dall’iniziativa e chiediamo al Ministro della Pubblica istruzione di voler adottare anche misure di censura sull’accaduto e sui responsabili che lo hanno promosso e consentito”.
Pronta la reazione dei dirigenti del Blocco Studentesco, movimento giovanile di CasaPound, soddisfatti per la buona riuscita dell’iniziativa: “Cosa possa esserci di male in una conferenza che ricorda la nascita della Città eterna e con quale autorità certe associazioni, come l’Anpi, si arroghino il diritto di decidere quali temi della nostra storia vadano affrontati e quali oscurati. Nel 2016 questa associazione arriva addirittura a chiedere al Ministero della Pubblica Istruzione ‘misure di censura’. Un pretesto per ottenere esclusivamente visibilità. Lautamente finanziata con soldi pubblici, prova ad insinuarsi nelle scuole e nelle università portando avanti una politica simile a quella della psico-polizia orwelliana: tutto ciò che non è allineato al pensiero unico, di cui l’Anpi si fa difensore, viene tacciato di nazi-fascismo e merita la damnatio memoriae”. (red)
(admaioramedia.it)
10 Comments
Angelo Abis
Ma com’è che la commemorazione del natale di Roma nel liceo Alberti di Cagliari sia per L’ANPI e per la CGIL una manifestazione fascista, mentre per una identica manifestazione tenuta al liceo Gramsci di Carbonia, col patrocinio del sindaco e dell’assessore alla cultura pdiessini, non vi è nulla da ridire?
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