Qualche mese fa, un Renato Soru avvelenato aveva sparato a zero sulla Giunta Pigliaru, durante un convegno degli indipendentisti di Autodeterminatzione, per la gioia dell’ex soriano di ferro Andrea Murgia, aspirante governatore della formazione politica di sinistra radicale.
Ma diversamente da Murgia, con la sublime coerenza che gli è propria, in netta controtendenza con gli umori generali dell’opinione pubblica sarda e degli ‘addetti ai lavori’ della sanità, aveva elogiato il lavoro dell’impopolare assessore regionale Arru, designato ‘in quota Soru’, evidentemente per completare l’opera a suo tempo avviata da un’altra ‘soriana di ferro’ che nessuno rimpiange come Nerina Dirindin. Tale opera è stata coronata dalla contestatissima istituzione della Asl unica regionale (Ats), che solo a pensarci fa imbestialire moltissimi Sardi, e dalla quale anche il candidato governatore del centrosinistra, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha tentato affannosamente di prendere le distanze.
Nonostante il segnale assolutamente contrastante dato dal principale partito della coalizione, il bollito ma ancora egemone Partito democratico, che ha candidato Arru nelle liste per il Consiglio regionale nella circoscrizione di Nuoro. Non da solo, dato che è stato anche candidato un altro assessore uscente che Zedda conosce molto bene, la cugina di Soru, Barbara Argiolas, che, avendo pressapoco le stesse deleghe che aveva nella prima giunta del Sindaco cagliaritano (turismo e affini), sembra davvero la scelta meno ‘opportuna’ per rendere credibili le pretese zeddiane di discontinuità dall’amministrazione uscente.
Il Pd è evidentemente così disperato da dover soggiacere anche ai diktat di un capocorrente minoritario, l’ex governatore di Sanluri, la cui influenza nel dibattito politico-culturale isolano è da tempo in caduta libera. Attestata dalla scomparsa dell’associazione di riferimento “Sardegna democratica”, dall’abbandono di personaggi-simbolo, come gli ex assessori regionali Maria Antonietta Mongiu e Massimo Dadea, e dall’inesorabile ‘riflusso’ che ha in generale interessato amici e fiancheggiatori di un tempo. Ciononostante, oltre alle candidature di Arru e della Argiolas, Soru può contare sulla conferma in lista di altri nomi ‘pesanti’ come il capogruppo uscente, Pietro Cocco, e l’ex sindaco di Quartu, Gigi Ruggeri.
Inutile dire che adesso l’ex Governatore, invece di rampognare la Giunta Pigliaru ai convegni di Autodeterminatzione, scende in campo come relatore agli incontri di campagna elettorale dell’assessore uscente alla sanità (“Le politiche sociali e sanitarie raccontate dai protagonisti”, venerdì scorso a Nuoro), confermando un’abilità nel cavalcare le cause meno elettoralmente spendibili e più impopolari, che, a questi livelli, sembra avere solo l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. Ne esce ancor più aggravata l’impressione che la coalizione guidata da Zedda sia una sorta di ‘maionese impazzita’, essendo arduo per l’aspirante governatore conciliare le nefaste ricadute elettorali delle imposizioni soriane col suo tentativo senza speranza di accreditare il suo progetto come “tutta un’altra storia” rispetto all’era Pigliaru.
Apparentemente l’offerta politica zeddiana è molto accattivante: addirittura un ‘3 per 1’, con contorno di varie ‘liste civetta’ dai nomi più o meno fantasiosi. A parte lo stesso Zedda, gli altri due sono la maggioranza del Pd sardo, che fa capo ai potentissimi capicorrente Paolo Fadda e Antonello Cabras (legatissimi all’aspirante governatore), e la ‘ringhiosa’ minoranza di Soru, che insieme alle sue nefaste riforme del passato recente (tra le quali il detestato Ppr), ancora gravanti sullo sviluppo della Sardegna, assomma la riproposizione di assessori della giunta uscente, più o meno amati, in perfetta continuità con la gestione Pigliaru.
Caesar
(admaioramedia.it)