Gentile Signor Ministro degli Interni, Marco Minniti, sfogliando i giornali di questi giorni, mi sono accorto che al Ministero dell’Interno non c’è più Angelino Alfano. Infatti, si sente parlare di rimpatri e di Centri di identificazione ed espulsione (Cie), inoltre le cronache raccontano i suoi viaggi in alcuni paesi africani per realizzare accordi e facilitare il rientro in patria degli immigrati irregolari.
Al Viminale le avranno illustrato che, nel 2016, dei 181.283 arrivati in Italia, nell’Isola sono sbarcati 7.541 immigrati ed attualmente 5.662 sono ospitati in un centinaio di strutture di accoglienza. Ma nel conteggio ufficiale non compaiono gli oltre 1.000 algerini che attraverso i cosiddetti ‘sbarchi diretti’ sono arrivati nelle coste del Sulcis durante l’anno scorso. Pensi, Signor Ministro, che 46 sono già arrivati nei primi giorni del 2017 e non si intravede alcun buon motivo di interruzione di questo anomalo fenomeno migratorio.
Si tratta di giovani e giovanissimi, quasi esclusivamente maschi (negli ultimi tre anni sono arrivate appena cinque donne), che utilizzano la rotta Algeria-Sardegna, consapevoli di non aver alcun titolo per fare domanda di asilo, col solo obiettivo di ‘conquistare’, solitamente nell’arco di 72 ore, un agognato ‘pezzo di carta’: il provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, che per loro è un vero e proprio documento di viaggio. Spesso, dopo aver commesso qualche reato predatorio o essersi inseriti nella filiera dello spaccio di droga, recuperando i soldi necessari all’acquisto di un biglietto di trasporto. Non certo per tornare in Algeria, ma per sparire nel territorio nazionale, a far cosa non sappiamo, visto che di clandestini si tratta e perciò più inclini ad entrare nel circuito dell’illegalità.
Peraltro, da ex Sottosegretario con delega ai Servizi segreti, ben saprà quanto sia forte l’ipotesi che dietro a questi sbarchi, fortemente cresciuti a partire dall’ultima estate, ci sia una ben oliata organizzazione criminale che utilizza anche una ‘nave madre’, così da portare i barchini necessari e le decine e decine di immigrati a poche miglia dalle coste sulcitane. Inoltre, appare chiaro che gli informati ‘agenti di viaggio’ algerini valutino che in Sardegna non esista un Cie (quelli che Lei vorrebbe piazzare in ogni regione, se ci riuscirà…), perciò una volta arrivati gli algerini riescono a muoversi liberamente e sono mantenuti per qualche giorno, prima della scelta di attraversare il mare ’motu proprio’ verso l’eventuale meta prescelta o di fare i clandestini in Sardegna.
Perciò, avendo letto che è già stato a Tunisi ed a Malta e che oggi sarà a Tripoli, ho pensato di suggerirLe una breve tappa ad Algeri, così da poter affrontare anche con le Autorità di quel paese il problema dei rimpatri, ma anche quello delle partenze. Un accordo che, per esempio, possa impegnare la Guardia costiera dei due Paesi nel pattugliamento del breve tratto di mare tra la costa nordafricana e quella sarda (circa 130 miglia, quasi 250 chilometri), così da consentire un ridimensionamento degli ‘sbarchi diretti’, anche attraverso l’importante strumento della dissuasione. Inoltre, gentile Signor Ministro, nell’affrontare questo problema prenda nota della denuncia di una studiosa dei fenomeni migratori, Arianna Obinu (intervistata da questo giornale on line): è latente il rischio che la facilità di arrivo in Europa dai porti algerini possa diventare la prossima strategia anche degli immigrati subsahariani.
Arsenico
(admaioramedia.it)
12 Comments
Rosario Russo
MA QUALE RIMPATRI E TUTTA UNA FINTA FINCHÉ LE NAVI DELLA MARINA ITALIANA VANNO A RACCATTARE FINTI PROFUGHI VICINO LA LIBIA QUI NON CAMBIERÀ MAI NULLA
Dario Pacchiarotti
Ma vengono tutti..tutti…da paesi dove non abbiamo rapporti diplomatici ?
Non vi limitate al “mi piace” o “condividi” ma partecipate alla discussione. I vaffa non servono.
QUESTO LINK DA LA RISPOSTA
http://www.goodvisas.com/ambasciate-italiane/ambasciate-ditalia-in-africa/
PROPOSTA PER RIDURRE GLI ARRIVI
il richiedente asilo si dovrà recare PRIMA presso l’ Ambasciata Italiana.del suo Stato,di cui al nutrito elenco.
Questa provvederà a rilasciare un permesso di espatrio verso l’ Italia…verificando prima identità ed eventuale pericolosità sociale..e i motivi della richiesta( escludendo quelli che non hanno diritto al titolo di rifugiato) il tutto corredato dal prelievo di impronte digitali e foto da inviare al Ministero degli Interni via e mail.
Al loro arrivo…anche in caso di sottrazione del permesso , l’identificazione è solo da verificare.
Così si ridurrebbero i tempi
di permanenza nei centri (lager )di accoglienza ? E nelle strutture a volte di proprietà privata.
Evitando innanzi tutto di costruirne altri con dispendio di altre risorse.
E chi non ottiene il permesso,e saranno moltissimi,rischierà mai di perdere il danaro speso per il viaggio,avendo CERTEZZA di essere respinto ?
Perciò chi è sorpreso in mare o sulle nostre coste…vedi barchini..senza quel documento…dopo la verifica ,
deve essere immediatamente
RESPINTO
Altrimenti è invasione. Non è accettabile di non aver fin ora avuto notizie di intercettazione di questi naviganti prima che approdino CLANDESTINAMENTE sulle nostre coste.
Questa è casa nostra…almeno si chieda il permesso.
Non vi limitate al”mi piace” o “condividi” ma partecipare alla discussione.
SE SBAGLIO CORREGGETEMI.
Rosario Russo
QUESTO E BUSINESS TUTTO IL RESTO SONO CHIACCHIERE
Tonino Bullitta
l’idea che suggerisci e’ la piu’ ovvia ma e’ quella che i nostri politici manco vedono,e’ piu’ umano andarli a prendere nelle coste libiche e piazzarli in uo dei tanti lager gestiti dalle coop loro amiche che fanno soldi a palate offrendo niente o quasi di umano.Ci stanno invadendo ed il governo ne e’ consapevole ma lo giustifica pure alla faccia di noi che paghiamo le tasse e siamo costretti a giacere per terra in un ospedale campano
Tina Brambilla
Dario Pacchiarotti, e’ risaputo ormai da tempo, che i barconi che partono dalla libia non hanno bisogno di essere intercettati, perche’ non appena si trovano a 50 miglia dalla Libia, mandano SOS, e la ns marina parte immediatamente , e li porta in ìtalia, dove le fameliche coop, e le associazioni varie, nonche’ alberghi e strutture ricettive, fanno a gara a spartirsi i migranti, perche’ rendono fior di quattrini in finanziamenti pubblici. La questione dei rimpatri, penso sia soltanto propaganda, ma che invece, troverebbe il consenso della maggioranza degli italiani
Antonio Amsicora Sechi
Il popolo Sardo spezza il pane con gli ospiti e a coloro che il padrone di casa gli apre le porte lo soccorre e lo aiuta….e dona se stesso…come è il DNA di ogni Sardo…. Ma qui le cose sono diverse un colonialista infame prepotente che ci occupa militarmente sfonda le porte per imporci gli ospiti…… Sardegna terra di contenimento… Sardegna come Australia del 1800 quando era colonia inglese…..
Mauro Piras
una cosa e l’accoglienza di profughi che scappano dalle guerre ci mancherebbe altro non accogliere, un’altra cosa e invasione di migranti in un Isola che conta a mala pena 1.600.000 abitanti molti vecchi ed Emigrati sardi che che non può, contenere ,che crea sacche di poverta e guerra, tra poveri.POI vi e il nostro dramma dei migranti sardi scappano per lavoro e questi chi gli Aiuta.
Antonio Amsicora Sechi
Quali barche dovremo affondare noi Sardi…?…chi ha mai detto una cosa del genere..?… Qui stiamo a puntare il dito alla luna ma continuiamo a guardare il dito….. Non vengono …questa povera gente ci viene portata da navi militari italiane…….se non riusciamo a capire questo …se no riusciamo a capire che ormai come quota siamo andati oltre quello che il nostro territorio può permettersi…che esiste una forzatura …gli italiani fanno gli splendidi ma sono dei figli di puttana…non sono diventati buoni …sono sempre gli stessi…quelli che ci manganellano ogni volta che noi Sardi proviamo a protestare
Antonio Amsicora Sechi
Però e anche vero che l’anfibio militare italiano sfonda la nostra porta per imporci di ospitare…. Non funziona cosi…fanno gli eroi poi se ne lavano le mani parcheggiando questa povera gente nella loro “colonia”
Mario Pala
Sapete cosa gli diranno, ad Algeri o Tripoli se volete che li riprendiamo pagate
Tina Brambilla
Se i sardi hanno ripreso ad emigrare numerosi e’ dovuto al fatto che manca il lavoro, e non per farsi la gitarella credo sia inconfutabile.Cosa faranno le centinaia di immigrati o meglio clandestini che stanno traghettando nell’isola?
Rosario Russo
SONO TUTTI FINTI PROFUGHI DA MANTENERE NEGLI HOTEL A SPESE DEI CONTRIBUENTI