Una ‘fiera’ opposizione dei gestori del centro culturale Exma a Cagliari aveva impedito che i ‘cattivoni’ di Casa Pound – dopo aver accettato il metodo democratico delle elezioni (rinunciando alla presa del potere attraverso una marcia) ed essere riusciti a raccogliere le firme indispensabili per presentare i propri candidati anche in Sardegna – potessero tenere una conferenza stampa di presentazione nei locali comunali di via San Lucifero.
Infatti, dopo aver autorizzato l’utilizzo della sala, ed addirittura aver incassato anche l’affitto (con regolare emissione della fattura), i gestori, pressati da chissà quante proteste dei ‘democratici a senso unico’ che governano la città – certamente supportati dagli specialisti della schedatura degli avversari politici (quelli che, secondo gli ‘schedatori’, hanno la sfacciataggine di svolgere attività nei locali del Comune) – con un breve e sospetto preavviso ne hanno revocato (via mail) l’uso: “Comunichiamo che la presentazione dei candidati sardi di CasaPound Italia, prevista per domani mattina (mercoledì 7, nda), non si svolgerà negli spazi dell’Exma, per specifica volontà della Direzione, in quanto non compatibile con i valori culturali del Centro”: questo il post, comparso alle 20.17 di martedì 6 nella pagina Facebook di “Exma”, per ufficializzare il gran rifiuto ad ospitare la presentazione della lista.
Ma l’opposizione, seppure fiera, non si è dimostrata ‘strenua’ e questa mattina (ore 12) è comparso un altro post ‘cosparso di cenere’: “Il Consorzio Camù comunica di dover prendere atto dell’indicazione formulata dalla Prefettura di garantire la corretta dialettica democratica nella campagna elettorale, e di concedere una sala dell’Exma a Casa Pound, per la realizzazione di un incontro con la stampa. Ciò anche in considerazione della norma nazionale che impone alle amministrazioni comunali di mettere a disposizione, in base a proprie norme regolamentari, in misura eguale ai partiti e movimenti in competizione elettorale i locali di loro proprietà, già predisposti per conferenze e dibattiti”.
Ma, casomai, i candidati di Casa Pound potessero illudersi che i gestori dell’Exma avessero letto il programma elettorale e trovato qualche punto interessante e condivisibile, il Consorzio Camù si è affrettato a ribadire “fermamente la profonda distanza dei propri valori culturali rispetto alle istanze espresse dal Movimento”. Insomma, una disonorevole ‘retromarcia’ in via Roma, dove, nelle stanze di Palazzo Bacaredda, più di qualcuno si starà mordendo le dita per aver dovuto cedere alle tanto decantate regole democratiche. Una revoca, degna del miglior ‘Tafazi’, che ha consentito a Casa Pound di occupare la cronaca elettorale due volte per la stessa presentazione.
Arsenico
(admaioramedia.it)
One Comment
Anna
E io che ho chiesto un locale per fare volontariato non me lo danno e a questi di casa pound addirittura una sala .. che ingiustizia . Io lo faccio per jna buona e giusta causa non per creare risse o altro. ma per aiutare le famiglie bisognose