Lo ha perseguitato fin da quando si candidò alle primarie del centrosinistra per diventare Sindaco di Cagliari. Era il candidato-ragazzino che non sarebbe andato lontano, poi sia Antonello Cabras che Massimo Fantola si dovettero leccare le ferite inferte loro da Massimo Zedda.
Questa volta, però, il Sindaco di Cagliari ha fatto di tutto per far tornare in mente quel lato infantile, che i suoi detrattori avevano cercato di evidenziare e lui addirittura di mascherare lasciandosi crescere la barba per qualche mese.
Nei giorni scorsi, pur essendo a conoscenza di essere il destinatario di un provvedimento d'interdizione dal ruolo di presidente del Comitato di Indirizzo del Teatro lirico, sollecitato dalla Procura di Cagliari, ed avendo addirittura in tasca la convocazione per l'udienza davanti al Gip, che lo interrogherà martedì prossimo, contestandogli almeno 17 abusi d'ufficio (così ha scritto La Nuova Sardegna), non ha resistito a fare il birbante e, in occasione della discussione di una mozione dell'opposizione sul Teatro, ha annunciato le dimissioni da Presidente del CdI, 'vendendole' come un atto di responsabilità politica: "Lo avevo già manifestato da mesi, ho intenzione di delegare qualcuno alla presidenza… ragioni di opportunità anche legate alla campagna elettorale". Come avrà mai potuto immaginare che non si scoprisse la marachella? Quale puerile ragionamento gli avrà fatto per credere che interdizione potesse confondersi con dimissione?
Oltretutto, anche la dichiarazione che fosse un gesto valutato dal tempo dei primi 'guai' giudiziari, è facilmente confutabile. Infatti, nel dibattito in Consiglio comunale dello scorso 10 febbraio, sollecitato dal capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Farris, a farsi sostituire nella Presidenza del CdI, il Primo Cittadino fu esplicito: "Non esiste alcuna incompatibilità… non è più un Consiglio d'amministrazione ma un Comitato di Indirizzo, fornisce solo indirizzi sulla gestione, sul buon andamento, sul rispetto dei conti, sulla valutazione delle professionalità. Prima probabilmente c'era un aspetto di opportunità, oggi è molto, molto indebolito questo aspetto". In sintesi, nonostante gli incubi generati dal trio Crivellenti-Meli-Spocci, Zedda non aveva la minima intenzione di mollare la Presidenza. Poi, da piazza Repubblica hanno aumentato la pressione e le cose son decisamente cambiate. Tanto che, ora, dopo il 'Daspo' dal Teatro lirico, Zedda rischia pesantemente quello da via Roma, che avrà come primo firmatario il Partito democratico.
Arsenico
(admaioramedia.it)
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Giampaolo Marchi
Già firmato dal nuovo candidato sindaco: Soru
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