È una triste storia quella di questi giorni a Cagliari, la storia Riccardo e Manuela, due giovani ragazzi, una lite che finisce in tragedia, lei gravemente ferita in bilico tra la vita e la morte, lui suicidatosi da un ponte non lontano dal luogo del litigio.
Non voglio commentare i fatti, tristemente noti, ma analizzare due aspetti molto importanti: il primo (quello che fa più riflettere) è il coinvolgimento della gente sui social network. Ho letto di tutto, sopratutto offese a lui poiché “poteva buttarsi senza far nulla a lei”, persone che azzardano ipotesi fantasiose, chi addirittura parla di sicuri coinvolgimenti di terzi individui in una torbida ipotesi di violenza scaturita in tragici epiloghi. Chi ancora difende lui, lei, le rispettive famiglie, gli amici, allontanandosi dalla realtà che meriterebbe tutt’altre riflessioni. Ormai ognuno dice la sua, a gara a chi la crea più fantasiosa come se la quantità di ‘like’ possa essere indice di importanza personale, un palcoscenico dove si mette da parte la realtà per lasciar spazio ad una virtuale aula di tribunale coronata di fazioni diverse che si fronteggiano a colpi di ‘mi piace’. Il secondo aspetto è la violenza che colpisce due ragazzi così giovani, una devastante forza distruttrice che si è portata con se la vita di un ragazzo costringendo lei a lottare tra la vita e la morte.
La tragedia deve fare riflettere sul senso del rispetto altrui; il limite va sempre rispettato, bisogna forse lavorare sull’educazione dei giovani prima che lo diventino. Due ragazzi davvero troppo acerbi hanno subito ciò che nessuno dovrebbe vivere mai. La vita è una sola è come tale va rispettata dal primo all’ultimo gesto, non esistono tradimenti, atteggiamenti, che solo possano giustificare una violenza così forte, impetuosa, cinica. Oggi, il silenzio dovrebbe essere d’obbligo per rispetto alla famiglia del ragazzo che piange un figlio, un fratello, un amico e per la povera Manuela che purtroppo, una volta ripresa (non voglio credere ci possa essere un’altra alternativa) porterà per sempre le cicatrici di una notte di follia sul corpo, nella mente e sopratutto nel cuore.
Andy Capp
(admaioramedia.it)
One Comment
Milosh
Ottima riflessione