È stato pubblicato sulla rivista internazionale “Bulletin of enviromental contamination and toxicology” lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari che dimostra la grande capacità dell’elicriso tirrenico di trattenere zinco, piombo e cadmio a livello radicale e limitarne la diffusione.
Le discariche minerarie dismesse presenti in Sardegna causano un forte impatto ambientale sul territorio e portano ad una serie di problematiche che interessano l’aria, il suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, compromettendo fortemente la biodiversità e la salute umana. La ricerca – lavoro sinergico fra ricercatori dell’Hortus botanicus karalitanus (Hbk), del Centro conservazione biodiversità (Ccb), del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente di Ingegneria e del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari – mostra la grande capacità della pianta di tollerare elevatissime concentrazioni dei tre più pericolosi metalli pesanti inquinanti presenti nella discarica mineraria di Campo Pisano ad Iglesias.
La pianta dimostra una grande capacità di trattenere questi metalli a livello radicale e limitare la loro traslocazione negli organi epigei come i fusti e le foglie. Queste capacità, unite alla sua grande adattabilità alle differenti condizioni climatiche ed edafiche, la rendono un’ottima candidata per interventi di fitostabilizzazione di aree minerarie dismesse. Lo studio, inoltre, permette di evidenziare l’importanza dell’utilizzo della flora autoctona come risorsa naturale in grado di mitigare gli impatti antropici pregressi. (red)
(admaioramedia.it)