"Nel silenzio totale assoluto, pare che siano rimaste due sole Regioni candidate al ruolo di Deposito nazionale unico delle scorie nucleari: il Lazio e la Sardegna". Lo ha denunciato il consigliere regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, riferendosi alla imminente scelta ministeriale tra i cinque siti considerati idonei da un rapporto dalla Sogin (Società gestione impianti nucleari, responsabile per lo Stato dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), che lo scorso 2 gennaio ha consegnato la proposta di Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito nazionale ad Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Verificata la corretta applicazione dei criteri, entro aprile spetterà al Ministero dello Sviluppo economico ed al Ministero dell’Ambiente scegliere il sito.
"È immaginabile che interverrà qualche 'manina' romana – ha proseguito Cappellacci – per lasciare solo la nostra terra. Quindi prepariamoci fin da ora a proseguire e rilanciare quella grande battaglia unitaria che già in precedenza ha visto i Sardi unirsi per difendere la propria terra. I Sardi si sono già pronunciati democraticamente con un referendum contro le centrali e contro i depositi nucleari. Non possiamo accettare che la coppia Renzi-Pigliaru pensi di propinare alla Sardegna le scorie nucleari".
Il Deposito nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro. Insieme al deposito, sarà realizzato anche il Parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato. (red)
(admaioramedia.it)