Nei centri storici dei capoluoghi sono sempre meno i commercianti ambulanti, mentre incrementa il numero di alberghi, bar e ristoranti: i dati emergono dall’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio sulla demografia d’impresa in 110 comuni italiani di medie dimensioni e 10 comuni non capoluogo più popolosi dal 2008 ad oggi. Le categorie prese in considerazione riguardano gli esercizi di alimentari, tabacchi, carburanti, computer e telefonia, mobili e ferramenta, libri e giocattoli, vestiario e calzature, farmacie, ambulanti, bar e ristoranti, alloggio, altro commercio, non specializzati.
Il centro storico di Cagliari registrò solo 10 anni fa 812 esercizi di commercio al dettaglio, mentre fuori dal centro storico erano 1753; sempre nello stesso anno gli alberghi, bar e ristoranti erano 377 nel centro storico e 597 in periferia. Facendo il confronto con dati più attuali dell’anno 2017, notiamo una contrazione del numero di commercianti al dettaglio nel centro di ben 217 unità, per un totale di 595 attività; fuori dal centro la contrazione è stata di 128 unità per un valore complessivo di 1625. Alberghi, bar e ristoranti, invece, hanno visto un’aumento di 107 attività in centro (484 in totale) e 193 fuori (790); il commercio ambulante diminuisce di 131 esercizi e i mobilifici e negozi di ferramenta calano di 78.
“L’indagine mette a nudo il rischio di un imminente declino commerciale, anche legato alla mancanza di un adeguato mix merceologico nel nostro centro cittadino – spiega il direttore di Confcommercio sud Sardegna, Giuseppe Scura – occorre ripensare in chiave moderna l’approccio al commercio urbano, unendo forze e volontà dell’amministrazione comunale con quella delle associazioni di categoria, ripensando radicalmente le nostre vie a vocazione commerciale, per rendere più appetibile il tessuto economico cittadino”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)