Nuova lex sed lex. L’efficace espressione della saggezza romana, che però nel suo significato originale aveva ed ha ben altro valore, si adatta molto bene al dibattito sulla nuova legge urbanistica della Sardegna, di cui tutti parlano senza conoscerne il testo, tranne l’assessore Erriu ovviamente, che ne parla dappertutto benissimo (soprattutto dalle colonne della stampa amica) per scandire una volta l’intransigenza nella difesa dell’ambiente e l’altra per annunciare il superamento ‘dolce’ del fondamentalismo soriano. E già questo ‘cerchiobottismo’ autorizza a pensare che, alla fine, sarà una delle solite cose della Giunta Pigliaru lasciate a metà, con un passo avanti ed uno e mezzo indietro, a cavallo fra il “vorrei ma non posso” e il “potrei ma non voglio”.
Ma la cosa più singolare ed allo stesso tempo emblematica riguarda il riferimento al processo partecipativo che accompagnerebbe alcuni progetti complessi, per i quali il via libera arriverebbe non in forza della legge ma per effetto della raccolta di un consenso diffuso fra la ‘ggente’ (sarebbe meglio dire ‘su populu’). In sostanza, questi pareri esterni non sono vincolanti ma, insomma, è difficile non tenerne conto. In attesa di vedere come sarà tradotta in un testo legislativo questa strana idea ‘populista’ è bene ricordare, innanzitutto, che per certi aspetti non è affatto nuova. Nel senso che già oggi, sul contenuto dei Piani urbanistici, è possibile presentare osservazioni che poi la pubblica amministrazione valuta, approva o respinge. Quindi, se la vediamo da questo lato, è la scoperta dell’acqua calda.
Se poi fosse qualcosa di diverso e più simile ad una specie di ‘moral suasion’ rivolta alla pubblica amministrazione dall’esterno, sarebbe una specie di mostro giuridico che non reggerebbe l’esame di un Tribunale. Seguendo il ragionamento della Giunta ed estendendolo ad altri settori della vita della Regione, immaginiamo cosa sarebbe accaduto se ‘su populu’ avesse potuto pronunciarsi sulla riforma della sanità sarda. Il paragone è apparentemente ardito. Perchè ‘su populu’ può anche non conoscere il mercato mondiale del turismo, ma sa benissimo cosa accade se chiudono un ospedale. E allora?
SardoSono
(admaioramedia.it)