Magari mi sbaglio, perché per qualche tempo non ho seguito la vicenda da vicino, ma mi pare che oggi non abbia molto senso parlare di nuovo di fare un hotel nell'ex Ospedale Marino. Perché, a quanto ricordo, c'è stata l'assegnazione alla Prosperius per creare nei muri dell'ex colonia Dux eretta da Ubaldo Badas una esclusiva clinica privata per la riabilitazione ortopedica, rivolta ai ricchi pensionati del nord Europa. E cambiare progetto ora potrebbe costare molto caro.
I RISCHI DEL BLOCCO… E' l'assessore regionale all'Urbanistica, Cristiano Erriu che ha rimescolato le carte. Una settimana prima di Natale ha affermato di aver riscontrato diverse irregolarità e ha deciso di revocare il bando, facendo trovare un bel pacco sotto l'albero della Prosperius. Ed è per questo motivo che il sindaco Massimo Zedda, durante la conferenza stampa di fine anno, ha potuto parlare di un hotel nell'ex Marino. Ma abolire l'assegnazione alla Prosperius avrebbe gravi conseguenze. In primo luogo, come ha già annunciato all'Unione Sarda il patron della società Mario Bigazzi, la Prosperius farà ricorso al Tar, con tanto di eventuali appelli al Consiglio di Stato e in Cassazione: anni di cause che di fatto bloccherebbero qualsiasi progetto di riconversione della struttura (esattemente come successe dopo la gara di otto anni fa), che così rimarrebbe per anni in uno stato di abbandono, francamente intollerabile per la città e per i cittadini (tra l'altro in una delle più belle spiagge urbane italiane e a due passi dal Parco di Molentargius, sito di interesse comunitario). Poi c'è la possibilità, tutt'altro che peregrina, di un maxi risarcimento alla Prosperius. Soldi pubblici, si intende. Dunque di tutti noi. Ma esiste un altro motivo per cui è politicamente sconveniente fare un hotel sulla spiaggia del Poetto. Nel bando emanato dalla giunta guidata da Renato Soru (assessore regionale agli Enti Locali era Gian Valerio Sanna) per la "valorizzazione dell'ex ospedale Marino" e si approva un disciplinare di gara per l'affidamento della struttura per 50 anni, in cui si chiedono progetti che prevedano "destinazioni turistiche non residenziali, volte alla creazione di centri di servizi per le persone capaci di incrementare l'offerta e l'attività turistica e la qualità dei servizi ai cittadini dell'area cagliaritana durante l'intero corso dell'anno". Insomma, tutto poteva diventare l'ex Marino, tranne un hotel sul mare. Un progetto che era in linea con la cultura e le politiche di tutela della costa della giunta Soru.
LE CONTRADDIZIONI IRRISOLTE DEL CENTROSINISTRA… Dunque perché si parla ancora della destinazione dell'ex Marino? Semplice: perché evidentemente quella prospettata non piace più e forse non è mai piaciuta. Il nodo è sempre lo stesso, ed è quello che portò alla spaccatura del centrosinitra e alle conseguenti dimissioni di Soru da presidente della Regione nel 2008: le norme che regolano la tutela delle coste e del paesaggio. Che evidentemente all'attuale centrosinistra e alla giunta di Francesco Pigliaru vanno strette. Per il centrosinistra isolano un nodo ancora irrisolto che rischia di creare tensione tra la Giunta e il Pd, o per lo meno il suo segretario: Renato Soru e l'ampia area, politica e culturale, che lo sostiene. Inoltre, è superfluo sottolineare che su quella porzione di arenile si concentrano molti interessi. A partire da quella, più che leggittima, del sindaco di Cagliari, che la ritiene strategica per lo sviluppo turistico e sportivo della città. Ma se ne può parlare ancora oggi, oltre che per gli intenti di Erriu, è proprio perché i lavori non sono mai iniziati.
GLI ULTIMI RITARDI… Infatti la struttura non è mai passata nelle mani dei privati, nonostante giusto un anno fa, una conferenza di servizi a cui partecipano tutti i soggetti e istituzioni interessate diede il sì definitivo al progetto. E nonostante la variante al Puc realizzata proprio per consentire l'inizio dei lavori. Allora perché il cantiere non è stato ancora aperto? Certo, a ritardare la presa di possesso da parte della Prosperius è stata anche l'occupazione abusiva dei locali dell'ex pronto soccorso (non tutelati da vincoli paesaggistici) da parte di senzatetto e sbandati. Un fatto che ha dilatato ulteriormente l'avvio dei lavori, perché, essendo in atto una situazione di illegalità – così lamentava la Prosperius – la banca non dava il finanziamento e la società toscana non poteva avviare i lavori. Ma in realtà quello degli abusivi era un problema minore, perché la questione è ben più politica.
IL PROBLEMA REALE… Sostanzialmente è lo stesso problema a cui sono andati incontro i qatarioti per il San Raffaele di Olbia. La Regione per pagare le prestazioni di case private deve prima accreditare i posti letto. La ripartizione avviene a seconda della popolazione della Asl di competenza. E a Cagliari (ma anche in tutta l'isola) sono già tutti assegnati. Dunque per i 95 previsti all'ex Marino dalla Prosperius servirebbe una deroga. Proprio come per il San Raffaele di Olbia, a cui è stata concessa con tanto di benedizione del governo di Matteo Renzi. "Non ho il turbante come l'emiro del Qatar ma non credo che la Sardegna voglia rinunciare al servizio che possiamo offrire", affermò tre mesi fa il patron della Prosperius Mario Bigazzi, all'Unione Sarda. Il punto, dunque, è tutto politico: servono posti letto. La Regione lo sapeva? Sì, almeno a sentire Bigazzi. "Alle confereze di servizi partecipava la Asl, davo per scontato fosse tutto a posto. Spero trovino una soluzione". E se la soluzione non si trova? "Vedremo il dà farsi", afferma Bigazzi, che evidentemente aveva già fiutato l'aria e già paventava la richiesta di risarcimenti milionari, quelli in stile Cualbu, per intendersi. Che ora diventano sempre più concreti. E' questo dunque lo scoglio contro cui si è infranta la socità toscana. "Sto cercando di incontrare il presidente Pigliaru l'assessore alla Sanità Luigi Arru – affermava a fine settembre scorso Bigazzi all'Unione – voglio capire quali sono le intenzioni ma non mi fissano l'appuntamento". Ora sappiamo perché.
VOGLIA DI FAR SALTARE IL TAVOLO… Questa inerzia ha fatto comodo a tanti. Innanzi tutto alla Regione, che ha avuto il tempo di studiare il dossier e ora con la mossa di Erriu ha risolto in un sol colpo sia il problema della deroga per l'assegnazione dei posti letto in più a una casa di cura privata, che quello di rimettere in gioco una struttura che fa gola a tanti, come si è detto. Perché in realtà non c'è mai stata unità d'intenti fra istituzioni sul destino della struttura. Soprattutto ora, che rispetto a otto anni fa è cambiato il colore politico della Regione e, soprattutto, del Comune. A chiedersi in questi mesi cosa stesse succedendo sono stati anche due consiglieri regionali. Paolo Truzzu, Fratelli d'Italia, opposizione, in un'interrogazione afferma che la "Prosperius ha presentato richiesta di accreditamento", e chiede: "perché non viene concesso a loro e agli emiri sì?". C'è Francesco Agus, di Sel, il partito del sindaco Zedda, maggioranza, secondo cui "non si capisce a che punto sia l'iter per l'autorizzazione alla realizzazione di strutture sanitarie. Non è dato sapere nemmeno se sia stata chiarita l'effettiva destinazione sanitaria della struttura". Dunque era tutto fermo fino a una settimana prima di Natale, quando Erriu rimette tutto in gioco. Il primo a fare un'ipotesi sull'ex Marino è il sindaco di Cagliari, che ieri ha lanciato la pietra nello stagno, rispondendo indirettamente al suo compagno di partito. Un'annuncio, quello di Zedda, che è doppiamente autorevole, sia perché viene dal sindaco della città dove insiste la struttura di Ubaldo Badas, sia alla luce delle dichiarazioni dello stesso Erriu: "Stiamo avviando insieme al Comune un ragionamento che metta in campo delle idee per un altro utilizzo del bene, per restituirlo ai cittadini". Farne un hotel non è proprio restituirlo ai cittadini ma questo evidentemente è solo un dettaglio.
Mario Gottardi – Cagliari (dal blog Margotten)
(admaioramedia.it)