Mentre il presidente Pigliaru e l’assessore dell’Ambiente Spano hanno scelto la strada del silenzio, un commento autorevole alla denuncia del Gruppo consiliare di Forza Italia, sulla scelta della Sardegna come Deposito nazionale delle scorie nucleari, è arrivata dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha provato a smentire, senza però smentire: “Nessuna decisione è stata presa dal Governo – ha detto all’agenzia Dire – L’indagine dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) è in atto, con documenti secretati, che quindi non ho ancora visto, dove si identificano tutte le zone in Italia nelle quali è possibile insediare in base agli studi fatti il deposito nucleare. Ma non so dire se fra questi siti di tutta Italia ci sia anche la Sardegna, proprio perché nemmeno io ho visto questi documenti”.
Il Ministro non ha rassicurato Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia che aveva lanciato l’allarme, essendo il destinatario dell'indiscrezione attribuita a "fonti riservate ministeriali": “Le dichiarazioni fumose non ci interessano. Dal ministro Galletti e soprattutto dal presidente Renzi ci aspettiamo che dicano chiaramente che la Sardegna non sarà scelta come deposito delle scorie nucleari”.
Il centrosinistra ha vestito i panni del ‘pompiere’ buttando un po’ di acqua sul fuoco. A cominciare dal deputato di Sel, Michele Piras, che ha rimandato ogni valutazione all’eventuale ufficialità della designazione: "Le dichiarazioni di Cappellacci non trovano alcuna conferma e sembrerebbero orientate a una attività politico-propagandistica, legittima certamente, ma che sarebbe buona pratica e buona creanza fosse sostenuta dall'elenco delle fonti delle proprie affermazioni, tanto più quando si tratta di materie così delicate come quella di cui trattiamo. A decorrere dal 2 aprile si aprirà una fase di informazione e relazione pubblica nella quale ognuno avrà titolo ad esporre le proprie osservazioni e nella quale, nell'eventualità fra i siti potenziali ci fosse anche la Sardegna, trovo giusto che si sviluppi il massimo della mobilitazione unitaria, anche richiamando con forza quanto già democraticamente espresso dal popolo sardo attraverso i referendum."
Meno attendista, il presidente della Commissione Ambiente, Antonio Solinas del Pd, che nel maggio 2014, come primo firmatario, aveva presentato una mozione per scongiurare l’inserimento della Sardegna tra le aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che, trasformata in un ordine del giorno e firmata da tutti i capigruppo, fu approvata dal Consiglio regionale: “La Sardegna non può essere il deposito dei rifiuti nucleari. Come Presidente della commissione Ambiente, come esponente della maggioranza ma soprattutto come sardo posso assicurare all’ex presidente Cappellacci che siamo svegli e vigili. Non solo. Saremo pronti ad opporci con tutti i mezzi se questa ipotesi dovesse diventare realtà. Nessuna discarica di materiali radioattivi sorgerà nel nostro territorio. Su temi così importanti bisogna smetterla di fare propaganda. Auspico, invece, che maggioranza e opposizione lavorino insieme per fare un fronte unito e scongiurare quella che fino ad oggi, fortunatamente, è solo un’ipotesi.” (fm)
(admaioramedia.it)