Non c’è peggior Sardo di chi non vuol sentire. Mentre tutti si affrettano a dire come vorrebbero la Sardegna, troppi dimenticano che per fare una Sardegna migliore ci vorrebbero come minimo i Sardi, che, invece, sembrano inesorabilmente avviati sulla via dell’estinzione. E purtroppo non è un problema da cattedre accademiche, buone trasmissioni di divulgazione scientifica o convegni di varia fuffa.
Il lungo ed oscuro ciclo della crisi economica, ma anche la penetrazione di molte sottoculture provenienti dall’esterno, hanno inciso profondamente il tessuto più profondo della società sarda che, fino a pochi anni fa, conservava nonostante tutto un ‘corpus’ di valori e tradizioni che tracciavano una identità precisa, marcatamente diversa da quella del nord molto influenzato da un’Europa che ha smarrito il suo ‘senso’ come dal sud prigioniero di un passato che non passa. La Sardegna di oggi appare per molti versi, e proprio mentre si moltiplicano partiti e movimenti identitari (evidentemente l’identità di cui si sente la mancanza è un’altra), una comunità in decomposizione. I giovani scelgono di andare ovunque purché altrove, molti di quelli che restano non vanno a scuola oppure la abbandonano precocemente e, nel tempo libero, bevono tanta birra e consumano un sacco di cocaina.
C’è una Sardegna che sta scappando di mano ai Sardi e, soprattutto, alle Istituzioni che dovrebbero cogliere prima di altri determinati segnali ed indicare una prospettiva. Perché, la crisi che (forse) sta cominciando a finire ne contiene al suo interno un’altra, non meno grave, che invece va avanti senza che nessuno la contrasti. E’ quella demografica, che ha il suo epicentro nella Sardegna centrale e che, particolare non meno preoccupante, colpisce quella che un tempo era la ‘culla’ della civiltà sarda, si prepara a cancellare i Comuni più piccoli e più lontani dalle città, ma più ricchi di storia. Non lo possiamo permettere. Non dobbiamo accettare, mentre ci prepariamo a superare grazie alla tecnologia il ‘digital divide’, di finire dentro un ‘Sardinian divide’ che ci condannerebbe per sempre ad essere più deboli, più isolati, più soli.
SardoSono
(admaioramedia.it)