Aveva fatto perdere le sue tracce oltre un anno fa, sottraendosi alla cattura anche per eludere il provvedimento che gli aveva sospeso la potestà genitoriale sui due figli minori, ma questa mattina, verso le 8.30, Stefano Bulla, 48enne, espulso dalla Thailandia dove si era rifugiato, era atteso all’Aeroporto di Fiumicino dalla Polizia di frontiera che gli ha notificato il provvedimento di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Cagliari lo scorso 19 settembre 2017.
Il latitante deve espiare una pena di anni 6 e 10 giorni per un cumulo di condanne dovute a reati contro il patrimonio e la persona (truffe, riciclaggio, violenza privata), commessi in provincia di Cagliari dal 2005 al 2009. Da tempo, la Squadra catturandi del Nucleo investigativo dei Carabinieri aveva avviato un’articolata indagine per localizzare l’uomo e le ricerche avevano accertato che si era allontanato dall’Italia con la sua famiglia (convivente e due figli) per scappare in Thailandia. Inoltre, il ricercato, cultore di arti marziali, si era stabilito A Pattaya, dove collaborava con una palestra di kick boxing. Raccolte alcune informazioni dai militari che indagavano, l’Autorità giudiziaria cagliaritana aveva inoltrato la richiesta, tramite il Ministero di Giustizia e l’Interpol, di ricerche in ambito internazionale e di estradizione in caso di cattura.
Nei giorni scorsi, le autorità thailandesi avevano rintracciato Bulla dove era stata segnalata la sua presenza ed avviato immediatamente le procedure di espulsione con rimpatrio in Italia, dove stamattina, al suo arrivo, è stato arrestato per essere trasferito nel carcere di Civitavecchia. (red)
(admaioramedia.it)