Dopo l’attentato incendiario alla ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir, il Comitato cittadino “No al Cpsa a Monastir” ha preso subito posizione, esprimendo il proprio dissenso a qualsiasi atto di violenza che possa compromettere la battaglia che sta attuando da alcuni giorni: “Prendiamo le distanze da un simile atto che costituisce un reato grave per l’ordine e la sicurezza pubblica – ha detto la portavoce del comitato, Alessandra Sedda – Pur ribadendo la nostra ferma intenzione di continuare la lotta democratica contro l’apertura del centro di prima accoglienza per immigrati, restiamo convinti che tutto debba avvenire nel pieno rispetto della legalità e nell’ambito del democratico dissenso come sin ora sempre espresso. Invitiamo anche i nostri simpatizzanti a rimarcare le proprie distanze da simili atti” .
Ha preso posizione, seppure impegnato a Bruxelles, anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che ha espresso solidarietà al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, ed ha contattato il sindaco di Monastir ed il Ministero dell’Interno per chiedere un incontro urgente: “Questo atto inaudito non ci farà recedere dalla nostra politica dell’accoglienza. Le azioni vili e delinquenziali non rispecchiano il sentimento della popolazione e degli amministratori locali, al fianco dei quali lavoriamo ogni giorno. Ribadiamo l’esigenza che sia rispettata la quota prevista per la Sardegna, ma confermiamo che l’azione delle Prefetture va sostenuta e portata avanti anche attraverso il dialogo intenso con le amministrazioni e le popolazioni locali, per arrivare ad una accoglienza diffusa e basata sull’integrazione”.
Ferma condanna del gesto anche da Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: “Una doverosa condanna verso ogni atto al di fuori della normale dialettica democratica e verso ogni forma di violenza, nessuno pensi di utilizzarlo come strumento per svicolare dal dissenso espresso più volte civilmente sia dai sindaci sia da intere comunità che da più parti del Consiglio regionale verso le assurde scelte nazionali e regionali in materia di immigrazione”.
“Sbarcare in Sardegna migliaia di persone senza neppure sapere dove collocarle e senza che ci siano neppure i mezzi per farle scendere dalla nave, tenendole 36 ore a bordo di una nave, è una scelta folle e pericolosa – ha evidenziato l’esponente azzurro – Pur prendendo le distanze da quanto avvenuto a Monastir, esprimiamo un netto dissenso verso le parole del Presidente della Regione che dichiara di non recedere da una presunta politica dell’accoglienza. Qualsiasi accoglienza senza criteri, senza controlli, senza distinguere tra chi ha diritto di asilo e chi deve essere rimpatriato tradisce ogni fine umanitario dichiarato e rappresenta una scelta irresponsabile”. (red)
(admaioramedia.it)