Ho letto con molto interesse e apprezzato l’intervento del consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci il quale ha aperto il dibattito su Ad Maiora Media indicando una strada per la costruzione di un alternativa politica al centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali. Mi trovo d’accordo con Locci sulla esigenza di creare un punto di rottura rispetto a formule ormai superate dalla storia e sulla stringente necessità di confrontarsi per una nuova visione di Sardegna.
Occorre partire dal principale motivo che ha determinato il fallimento di Pigliaru: lo scollamento con la realtà e la mancanza di una visione di Sardegna. Un sondaggio di Ipr marketing pubblicato in data odierna relega la giunta dei professori che guida la nostra regione agli ultimissimi posti per gradimento da parte dei cittadini: si parla del 30% di gradimento ma da ciò che percepisco tastando le persone sono convinto che sia persino un dato sovrastimato. Parlando con i cittadini si percepisce una delusione profonda e totale nei confronti di Francesco Pigliaru e delle politiche della sua giunta che ha fallito su tutti i fronti: dal taglio dei servizi essenziali nella sanità, alle politiche sulla scuola, dai trasporti alle politiche del lavoro, dalla fallimentare gestione delle politiche regionali sull’immigrazione alle inesistenti politiche sul lavoro e sul sostegno a famiglie ed imprese, fino al dramma delle campagne e i pastori abbandonati al loro destino. Un disastro impressionante che oggi contribuisce ad aumentare la distanza tra il palazzo regionale e i cittadini: tre anni di centrosinistra al governo hanno evidenziato soltanto il totale asservimento alle politiche del governo Renzi prima e Gentiloni poi, politiche che mai sono andate incontro alle esigenze della nostra terra.
E’ proprio dal punto nevralgico dove Pigliaru ha fallito che occorre ripartire: lo scollamento con la realtà che le sinistre al governo hanno dimostrato, giorno dopo giorno, attraverso la loro cattiva azione di governo. Occorre lavorare per coinvolgere i sardi oggi delusi in una nuova aggregazione di tutte quelle forze e movimenti che oggi si identificano, in un modo o nell’altro, nella opposizione alle fallimentari politiche della giunta Pigliaru. E’ importante pertanto avviare un confronto che sia innanzitutto inclusivo, aperto all’ascolto e alle alleanze. Non servono guerre ma convergenze per affrontare insieme una battaglia comune: il ritorno della politica e alla politica, senza escludere nessuno. Per fare questo l’obiettivo dovrà essere chiaro: costruire una nuova casa dei sardi liberi che vada a ricomporre lo scollamento tra la politica e la realtà vissuta quotidianamente dai cittadini. Una grande aggregazione popolare e sociale che parli chiari alla Sardegna e riparta da politiche totalmente inverse a quelle adottate dalla giunta Pigliaru: basta con le politiche di tagli e basate solo su freddi numeri, rilancio delle politiche sulle zone interne della Sardegna, sulla valorizzazione e sul potenziamento dell’esistente, una politiche che dica un chiaro no all’immigrazione incontrollata e che si opponga con forza al tentativo di sostituire la popolazione sarda con altri popoli, un progetto chiaro fondato sul taglio delle tasse alle imprese e sul sostegno alle politiche del lavoro, una nuova alleanza che consenta di rilanciare l’immagine della Sardegna e che vada incontro ai bisogni e alle necessità della persona: dai tanti padri di famiglia disoccupati ai giovani che fuggono all’estero per mancanza di opportunità, un progetto che abbia come solidi pilastri l’identità, la tradizione e la solidarietà che da sempre hanno caratterizzato la nostra Sardegna.
Apriamo le porte a nuovi volti, a tanti giovani appassionati e preparati, costruiamo insieme a loro il futuro della nostra terra. Soltanto costruendo, mattone dopo mattone, una nuova aggregazione sociale e popolare, sarà possibile ricostruire il legame, oggi inesistente, tra i sardi e la Regione e dimenticare questa triste esperienza della giunta Pigliaru che passerà alla storia senza ombra di dubbio come il peggior governo della storia dell’autonomia sarda. Le sinistre hanno distrutto il tessuto sociale della Sardegna, ricostruiamolo.
Marcello Orrù – Consigliere regionale e presidente Movimento Cristiano Forza Popolare
(admaioramedia.it)
2 Comments
Gina Falchi
Carissimo Marcello hai perfettamente ragione quando dici che la politica di questa Giunta ha fallito su tutti i fronti, la Sardegna è in ginocchio..i Sardi si sentono abbandonati, sviliti, fiaccati da una politica che li ha dissanguati anche nei sogni, nei progetti per il futuro, costringendo giovani e, molto, troppo spesso purtroppo, intere famiglie a lasciare le loro case per cercare fortuna altrove. Questo ha allontanato la gente dalla politica sentita come matrigna, lontana anni luce dai loro bisogni, una politica che non ha dato risposte se non al Governo di Roma che ha imposto sacrifici ingiusti. Hai ragione! È necessario costruire una alternativa nuova, una politica attenta e vicina alla gente, ai Sardi…e noi ci siamo. Ci siamo per realizzare il sogno nostro e di tanti sardi ossia quello di una Sardegna che rinasce a nuova vita. Forza Sardi lavoriamo insieme!
Elena Serra
Tenuto conto che oggi il paese attraversa un momento di profonda crisi ,morale, sociale ed economica, con una classe dirigente che viene percepita dai cittadini sardi lontanissima dai problemi reali della gente , sempre più dedita a vendersi al miglior offerente che si chiami, Europa con la sua politica del pensiero unico, atta alla salvaguardia della cultura islamica e della migrazione incontrollata, o la politica di Roma che scimmiotta una politica nazionale che altro non ha prodotto negli ultimi anni che lotte intestine con sprazzi di pratiche autoreferenziali.
Movimento Cristiano ha inteso oggi con questo articolo /programma del nostro presidente on.Marcello Orru’ lanciare un progetto politico per sensibilizzare e ridare dignità alla politica sarda attraverso il contributo esperienziale umano dato dallo strumento dell’ ascolto.
IL politico sardo deve respirare l’aria della Sardegna deve ascoltare il grido di sovranità dei Sardi , fino ad oggi calpestati umiliati e maltrattati dall’ultimo governo della Regione Sardegna il governo di centrosinistra del professor PIGLIARU .
PIGLIARU e i suoi amici hanno rappresentato tutti persino Alì Babà e i 40 ladroni, ma non i sardi !!!!
Oggi la politica dei sardi ha bisogno di coalizzarsi in una grande casa quella del centrodestra sardo dobbiamo capovolgere il potere politico di chi dall’alto scrutta i sardi senza capirci nulla o poco , usando la politica sarda e la sovranità del popolo sardo come un lasciapassare per gli interessi di pochi a discapito del popolo sardo .
IL centralismo dello Stato ITALIANO ha avuto ricadute profonde nell’economia Sarda non solo per le pessime scelte economiche ma anche nelle scelte del sistema politico. Siamo la terra che sta nel mezzo, portiamo in seno lo svantaggio dell’isolamento territoriale ma allo stesso tempo abbiamo il dolo di politiche fiscali medesime alle altre regioni d’Italia. Occorre instaurare una nuova coesione territoriale con una continuità che dia respiro alla potenzialità del sardi e della Sardegna , occorre ridare vigore alla scuola e all’università, alla sanità , ai trasporti , all’agricoltura e all’allevamento orgoglio dei nostri padri e delle nostre radici.
Nasce la necessità , oggi piu che mai di una politica che parli della nostra identità, forte come il vento che culla la nostra terra e vasta come il mare che ci porterà fino a Roma.