Troppo pochi i quattro progetti di volontariato sociale per richiedenti asilo che, nell’ambito del Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati, sono stati presentati dai Comuni (Cagliari, Cargeghe, Iglesias e Valledoria che impegneranno circa 40 persone), perciò la Giunta regionale decide di aprire anche alle associazioni del terzo settore.
Il nuovo Avviso promosso dalla Regione (il precedente è del 29 agosto) amplia la tipologia dei soggetti che possono presentare e realizzare i progetti di volontariato a vantaggio delle comunità che ospitano gli immigrati: “Sono state già finanziate le proposte avanzate dai quattro Comuni – sottolinea l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu – Si tratta, in generale, di servizi alla collettività, che non richiedono specializzazione, nei campi della salvaguardia dell’ambiente e della cura del verde, della tutela e cura dell’arredo urbano, del patrimonio storico, artistico e culturale e degli ambienti dedicati al tempo libero e allo sport. E’ una forma di impegno civico che agevola il processo di integrazione e consente ai richiedenti di offrire servizi utili alla comunità che li ospita”.
Secondo l’Esecutivo regionale, “le azioni di volontariato sociale mirano a promuovere il coinvolgimento dei migranti in attività di pubblica utilità per instaurare relazioni sociali con le popolazioni locali e favorire così un reale e effettivo processo di inclusione sociale e lavorativo”. Le attività di volontariato dovranno essere svolte da immigrati che hanno raggiunto la maggiore età, ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e devono aver presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale o essere in attesa della definizione del ricorso in caso di impugnativa della decisione negativa della competente Commissione territoriale. (red)
(admaioramedia.it)