Ad aprile gli hanno fatto conquistare le prime pagine dei media regionali con un avviso di garanzia, poi si sono accorti che c’era un errore pacchiano nelle motivazioni del coinvolgimento dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e hanno chiesto l'archiviazione del procedimento a suo carico.
Nell'ambito dell'inchiesta-bis sui fondi ai Gruppi consiliari regionali, era stato chiamato a rispondere di peculato per 3.960 euro che, nel 2005 come presidente del gruppo consiliare di Progetto Sardegna, avrebbe disposto per pagare un sondaggio elettorale ad Iglesias. Fondamentale dettaglio, non trascurabile, l’attuale Assessore non era mai stato né presidente né tesoriere del gruppo soriano, quindi non poteva disporre alcuna spesa coi fondi del gruppo. Ora spetterà al gip se accettare l'archiviazione sollecitata dalla Procura.
Maninchedda ha affidato la sua amara soddisfazione al blog “Sardegna e libertà”: “Ci sarebbe di che essere contenti. Invece io sono, per dirla in inglese, ‘cancarato’, perché se da un lato ho avuto la conferma di aver avuto a che fare con un magistrato onesto di cui ho grande stima, dall’altro non ho alcuna risposta rispetto al ‘come’ e al ‘perché’ io sono stato messo sotto accusa”.
Poi, l’Assessore racconta come in piazza Repubblica sarebbero caduti in errore: “Un giornale, che nei mesi scorsi si dimostrava molto più informato di me su ogni respiro avvenisse in Procura che mi riguardasse (il riferimento è a L’Unione Sarda, nda), spiega che l’errore sarebbe nato da una firma che sembrava la mia”, ma “non vi era un solo documento che consentisse un errore che mi attribuisse una carica (capogruppo) e un interesse politico (Iglesias) a me estranei”.
Perciò, conclude Maninchedda, “non essendo legato alla natura dei documenti ma alla natura delle menti che investigano, ‘l’errore’ è psicologico, cioè, tradotto in italiano, sto sul naso a qualcuno e non da oggi. Se le cose stanno così, ‘l’errore’, il mitico ‘errore’, potrebbe ripetersi. Per questo sono ‘cancarato’. (red)
(admaioramedia.it)
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