Il portiere del Cagliari Roberto Colombo ieri sera ha incontrato decine di studenti cagliaritani, presso la Parrocchia di Sant’Eusebio, nell’ambito del progetto “Dentro il quartiere, il gioco delle relazioni“: a margine della conferenza, il veterano rossoblu si è concesso alla stampa per alcune domande su presente, futuro e i fatti avvenuti a Sassari sabato scorso.
“Vivo alla giornata: l’obiettivo primario è quello della salvezza matematica con il Cagliari, in seconda battuta mi piacerebbe giocare l’ultimo minuto della mia carriera in Serie A con questa maglia. So che sarà difficile, anche perché ho qualche acciacco… ma il fuoco dentro c’è sempre. Il futuro? Devo ancora capire come finirà questa stagione, vivendo serenamente questa fase senza assilli e con grande ottimismo per ciò che mi riserverà il futuro“.
“Gli incidenti di Sassari? Devo dire che negli ultimi 20 anni, ovvero da quando gioco da professionista, la situazione in Italia è migliorata molto anche se purtroppo i singoli episodi da condannare si verificano ancora. Negli stadi del nostro Paese, soprattutto nelle categorie inferiori che ho frequentato per anni, prima questi eventi erano quasi all’ordine del giorno. Voglio dire una cosa che può far capire la differenza tra i veri tifosi e quelli che si professano tali compiendo atti come quelli di Sassari. Quando la squadra è arrivata al Sant’Elia per la partita con la Lazio, siamo stati accolti con grande entusiasmo dalla gente, nonostante arrivassimo dal pesante 5-1 in casa contro l’Inter e dalla sconfitta di Firenze: è stato un momento emozionante e particolare, che non avevo mai vissuto da un’altra parte. Oltretutto con lo stadio pieno, pronto per sostenerci. Il supporto del pubblico di Cagliari lo abbiamo sempre sentito: pur con legittime critiche nei momenti meno esaltanti, come è giusto che avvenga“.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)