Nei giorni scorsi, il notiziario Chartabianca ha denunciato che il riconoscimento del marchio di qualità Ue del mirto, prodotto simbolo dell’Isola, è fermo a Bruxelles da due anni. L’intoppo è nell’imbottigliamento, che, secondo il disciplinare di produzione, è vietato oltre i confini della Sardegna. Comunque, l’argomento è completamente bloccato e non sembra nelle priorità europee. Mentre il benestare all’indicazione geografica da parte del Ministero dell'Agricoltura è del 2013.
"L'Unione europea non può non considerare che la Sardegna è un'isola e che il divieto di imbottigliamento fuori Regione contenuto nel disciplinare per il marchio di qualità del mirto corrisponde a fondate esigenze di preservare il prodotto dalle conseguenze di un viaggio che ne altererebbe le proprietà", ha sottolineato Alessandra Zedda, vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.
Per superare le difficoltà, Zedda rivolge un appello alla Giunta regionale: "Ci si adoperi al fianco del Consorzio per sostenere in Europa il riconoscimento del marchio e per superare obiezioni che non tengono conto di ciò che invece dovrebbe essere il vero motivo della tutela: la specificità e la specialità del prodotto. C’è la necessità di tutelare i prodotti isolani perché dall'agroalimentare e dalla sua valorizzazione può nascere quella nuova impresa e quel nuovo lavoro che non inquina, che non distrugge le nostre terre e che basa su questi fattori la propria esistenza". (red)
(admaioramedia.it)
15 Comments
Romano
Le difficoltà della UE al disciplinare del mirto, laddove prevede l'imbottigliamento solo in Sardegna, sono del tutto prive di fondamento e di argomentazioni valide. Innanzitutto esso non confligge con il Trattato di Roma sulla libera dircolazione delle merci, in quanto il Mirto, a differenza dei vini DOC, non è stato mai inviato allo stato sfuso fuori Sardegna per essere imbottigliato da terzi.
Per quanto riguarda quei vini DOC i cui disciplinari prevedono l'imbottigliamento in zona (es.: Cannonau, Vermentino, i più famosi), è prevista richiedere una proroga quinquennale, rinnovabile (non si sa per quante volte), per quelle cantine della Penisola che nei cinque anni precedenti, avevano già imbottigliato quei vini per almeno due volte, anche se in anni non consecutivi.
Potrebbe aggirarsi l'ostacolo della UE nella stessa maniera. Piuttosto mi chiedo perchè la Zedda, quando era all'Assessorato all'industria, o il suo collega dell'Agricoltura, non si siano attivati per richiedere tra le specialità regionali, anche la Grappa di Sardegna, invece della sola denominazione Fil'e Ferru. Anche la Sicilia può fare Grappa di Sicilia, e la Sardegna no. I soliti paradossi o, peggio, il solito disinteresse dei nostri burocrati ai nostri prodotti.
Gian Mario Pisu
Gian Mario Pisu liked this on Facebook.
Kry Cadeddu
Kry Cadeddu liked this on Facebook.
Gianni Dex
Gianni Dex liked this on Facebook.
Ambra Ciosci
Ambra Ciosci liked this on Facebook.
Maria Mereu
Maria Mereu liked this on Facebook.
Luciana Camerada Sotgiu
Luciana Camerada Sotgiu liked this on Facebook.
Erica Ghiani
Erica Ghiani liked this on Facebook.
Margherita Fronteddu
Margherita Fronteddu liked this on Facebook.
Umberto Poddighe
Umberto Poddighe liked this on Facebook.
Chris Chris
Chris Chris liked this on Facebook.
Davide Porcu
Davide Porcu liked this on Facebook.
Gabriella Sacceddu
Gabriella Sacceddu liked this on Facebook.
Lisa Ala
Lisa Ala liked this on Facebook.
Tiziano Pasella
Tiziano Pasella liked this on Facebook.