L’accordo sulle servitù militari tra Regione Sarda e Ministero della Difesa è senza costrutto e senza nulla di rilevante. Un’intesa deve essere ponderata, valutata con elementi e sopratutto deve vedere ragioni di dialogo, ma anche e sopratutto il ritorno per cose, immobili e uomini. Non c’è quasi nulla.
La dismissione della caserma Ederle di Cagliari è uno dei punti che rasentano la barzelletta, infatti recita che viene dismessa, ma la Regione deve dare un’altra struttura idonea allo svolgimento delle attività ora in atto alla Ederle con oneri non a carico della Difesa. Allora, che dismissione è? Per i nostri militari non c’è nulla, nemmeno la certezza che il reggimento logistico della Brigata Sassari, promesso con rullo di tamburi entro il 2014, dall’allora ministro La Russa, abbia due parole di citazione. Sarebbe una concreta possibilità per centinaia di sardi di poter rientrare in Sardegna.
Vi è un flebile cenno alla possibilità di un reparto nella caserma di Pratosardo a Nuoro che allo stato è ancora di proprietà del Comune e non nella disponibilità della Difesa. Le risposte ai sardi in genere sono fumose, ma inesistenti le dovute attenzioni ai militari. Sono due esempi, ma ci sarebbe altro da dire sulle parziali concessioni di spiagge, sull’uso delle stesse già in vigore da anni e ipotetiche nuove tecnologie nei poligoni. Peccato che la sperimentazione sui droni che era a Perdasdefogu sia andata in Puglia su precisa disponibilità dell’allora governatore Vendola. Un protocollo utile solo per la Giunta Pigliaru per poter dire ‘noi abbiamo fatto’, peccato che tale atto altro non è che una medaglietta da appuntare al petto di chi governa l’Isola ora.
Gianfranco Scalas – Presidente Fortza Paris
(admaioramedia.it)